– A cura di Riccardo Pilat – “Uniti si vince” questo il titolo del congresso dei Popolari per l’Italia di Mario Mauro svoltosi a Roma. Il Congresso, oltre alla riconferma del senatore Mauro alla guida del partito e alla nomina della nuova direzione, consolida l’adesione del partito al Patto di Orvieto compiendo, come ribadito dallo stesso Mauro, “ un significativo passo in avanti verso la costituzione di un soggetto politico unico dei popolari che si pone al centro dello scenario politico italiano, distinto dal renzismo e distante dal grillismo”. Un progetto quindi che passi dall’io al noi, dalle tante realtà politiche ad un’unica che accomuni evidenziando i punti di contatto e non le distanze, un’esperienza concreta e sinergica. Apre il congresso un personaggio d’eccezione: Mario Adinolfi fondatore del giornale “La Croce” che espone una sintetica analisi degli avvenimenti di Parigi e della necessità sia della presa d’atto che “o capiamo o moriamo” riferendosi al perché di questa “Terza Guerra Mondiale” come l’ha definita lo stesso Papa Francesco, sia dell’esigenza di indirizzare i giovani alla vita e non alla morte di se stessi e degli altri.
Numerosi gli interventi nel dibattito tra i quali quello di Carlo Giovanardi dei Popolari Liberali che ha sottolineato le ragioni di dissenso dalla linea portata avanti da Ncd in contrasto con le motivazioni che fecero nascere detto partito, di Luciano Ciocchetti per i Conservatori Riformisti di Raffaele Fitto secondo cui la leadership dell’area dei moderati dovrà essere definita partendo dalle realtà territoriali; di Ivo Tarolli e Mario Tassone del Nuovo Cdu che hanno confermato la volontà di continuare nel progetto nato alla prima riunione di Rovereto a dalla costituzione di liste unitarie sin dalla prossime elezioni amministrative. Anche Pino Bicchielli di Italia Unica di Corrado Passera conferma la volontà del proprio partito di concorrere alla costituzione del nuovo soggetto politico ampio, inclusivo e credibile alternativa al renzismo dominante. A metà congresso è giunta una lunga telefonata di Silvio Berlusconi presidente di Forza Italia che riconoscendo la comune appartenenza al PPE, ripropone il valore dello slogan Uniti si vince confermando la volontà di battersi per costruire l’unità dei moderati per le prossime elezioni locali e per le politiche che verranno. Ha svolto inoltre un ampio esame delle condizioni gravissime in cui versa il sistema democratico italiano e la realtà del Paese molto distante dal falso ottimismo che Renzi cerca di inculcare quotidianamente nella testa degli italiani. In coda a questo, interessante anche il punto di vista di Ettore Bonalberti, dell’Associazione Liberi e Forti, che evidenzia l’ancora pesante situazione economica del Paese, in particolare del “Terzo Stato”formato dalle partite IVA. Molto apprezzati anche i documenti inviati da Gaetano Quagliariello di IDEA e da Flavio Tosi di FARE. Entrambi parlano di Coerenza, coraggio e concretezza.
L’aria respirata in quella sala era quella di un forte senso di responsabilità, di una presa di coscienza che da sola, ogni realtà politica lì presente è un “nano” nei confronti del grande muro dell’indifferenza verso la politica, della sfiducia verso i suoi rappresentanti, della mancata credibilità verso le loro proposte, ma che tutti insieme si possa creare una “catena umana” di contenuti, idee e progetti vincenti e adatti per superare quel muro. Ambiziosa è l’idea di riunire anime diverse come quelle interne al mondo cattolico, sotto un’unica bandiera come quella del popolarismo europeo, un mondo che possiede attualmente troppe case, un mondo frammentato solo per posizioni strategiche e non di principio, un mondo che deve trovare un proprio equilibrio interno per ritrovare la centralità nella politica italiana. I tempi ormai sembrano maturi per aprirsi ad una nuova stagione politica, caratterizzata,si spera da una svolta in volti e prospettive nuove per far ritrovare al mondo popolare un nuovo ruolo di protagonista nel panorama italiano. Le tappe dei prossimi passi di questo lungo cammino si vedono prefissarsi nel 2016. In attesa dei prossimi appuntamenti, si auspica che questo movimento aggregativo possa convogliare a se tutte le realtà civico, popolari, cristiane e laiche divenendo modello per la ricomposizione di un’asse politica centrale per la ricostruzione di un’area protagonista come quella dei moderati italiani.