Il Centrodestra compatto conquista il maggior numero di eletti negli Uffici di Presidenza delle Camere eleggendo un totale di 17 rappresentanti su 32. Seconda forza in ordine numerico è il Movimento 5 stelle che ne conquista 13, il Pd di Renzi, isolato ormai da tutto ne conquista solo 2. Al Senato 9 su 16, alla Camera 8 su 16.
Finito il mese dell’‘abbiamo vinto noi’ e del ‘siamo il primo partito’ le elezioni hanno tradotto i voti in deputati. La dura realtà delle cose ha messo i grillini di fronte alla verità dei numeri in aula.
Quando si è andati a votare per eleggere le figure di maggiore rappresentatività dei palazzi, la truppa del centrodestra si è compattata ancor più di prima e ha permesso la conquista di un buon numero di parlamentari, ottenendo così la responsabilità della gestione futura dei palazzi della politica.
Al Senato sui 16 rappresentati politici, il centrodestra ne conta 9, il presidente, due vicepresidenti, due questori e 4 segretari; il Movimento 5 stelle ne conta 6, un vicepresidente, un questore e 4 segretari; per il Pd un solo vicepresidente.
Cambiano leggermente gli equilibri alla Camera dove il centrodestra sui 16 posti a disposizione ne conquista un totale di 8, due vicepresidenti, due questori, 4 segretari d’aula. Il Movimento 5 stelle oltre al Presidente Fico potrà contare su un vicepresidente, un questore e 4 segretari d’aula per un totale di 7 membri. Un posto di vicepresidente anche per il Pd.
Il Movimento 5 stelle pertanto, al momento, può contare su 7 di 16 membri, che tradotto in parole semplici vuol dire la minoranza all’interno di quell’Ufficio di Presidenza necessario per modificare bilanci e regolamenti parlamentari.
Si faranno impallinare o saranno loro a dare le carte e a dettare l’agenda del Palazzo? Avremo modo di vederlo nei prossimi mesi. Certo che se dovesse saltare l’asse che ha portato Fico alla sua elezione la strada sarebbe tutta in salita e rischierebbe di ricordare gli ultimi due anni di Fini Presidente della Camera senza maggioranza in Ufficio di Presidenza.