Quando?
Domenica 6 marzo era il giorno delle primarie a Napoli, si votava dalle 8 alle 21 per scegliere il futuro candidato sindaco della città con la coalizione del centrosinistra.
Falso
Vista la scarsissima affluenza, i seggi, a seconda del candidato che era in vantaggio, sono stati aperti fino a poco prima le 22.00, permettendo così di recuperare lo scarto dei voti.
Dove?
In città erano presenti 78 seggi, sparsi per le varie municipalità, e ogni elettore doveva recarsi all’indirizzo che corrispondeva al numero di sezione certificato nella sua scheda elettorale.
Falso
Ufficialmente i seggi erano 78, durante la giornata ne sono stati aperti altri senza nessuna autorizzazione dalla segretaria nazionale, permettendo di fatto, ad ogni elettore di non rispettare il numero di sezione certificato sulla scheda elettorale, ma di votare ovunque per più volte.
Requisiti?
Poteva votare qualsiasi cittadino napoletano dai 16 anni in su (anche quelli che li avrebbero compiuti entro il 6 marzo) e ogni cittadino dell’Unione Europea residente a Napoli, non era inoltre necessaria l’iscrizione ad alcun partito, se non al registro dei votanti.
Falso
Oltre ai cittadini napoletani, è stato permesso il voto a quei ragazzi che si, avrebbero compiuto 16 anni nel 2016, ma dicembre; inoltre hanno potuto votare anche gli stranieri che pur residenti a Napoli, non risultavano iscritti nel registro dei votanti; ma si sa, la sinistra è “malata” di accoglienza.
Come ?
Agli elettori veniva richiesto il contributo minimo di 1 euro, e di firmare una dichiarazione in cui si affermava di riconoscersi nella proposta della coalizione politica di centrosinistra ed era necessario presentarsi muniti del proprio documento di identità e del certificato elettorale e potendo esprimere una sola preferenza.
Falso
Vero è che veniva chiesto il contributo minimo di un euro, ma come ben si evince dai video in rete, il più delle volte l’euro veniva “donato” da sentinelle del voto, che appostate ai seggi, davano luogo ad una partecipazione “spintanea”, piuttosto che spontanea. La richiesta di riconoscimento nella coalizione politica di centrosinistra, inoltre, era così forte, che anche storici esponenti di centrodestra di cosentiniana e cuffariana memoria, davano indicazione su quale candidato dover sostenere, anzi il più delle volte la scheda (ballerina?) che veniva consegnata risultava già segnata, nel caso specifico a favore della candidata Renziana. Ma con Verdini al Governo, ci sembra giusto che il Partito della Nazione inizia a confrontarsi anche sul territorio.
L’immediata conseguenza di questo vero e proprio mercimonio degno dei più storici e affollati mercati fiorentini, è stato l’annuncio di Antonio Bassolino di abbandonare il PD e la coalizione di centrosinistra e di presentare ricorso al Comitato dei Garanti, al fine di tutelare e rispettare la libertà e la dignità delle persone quale requisito irrinunciabile della democrazia. Noi crediamo però, molto più semplicemente e forse con un po’ di cattiveria, che a vincere voleva essere lui. Insomma dopo il disastro delle primarie del 2011 non immaginavamo che alcuni di quei protagonisti ritornassero sul luogo del delitto; ma del resto Renzi l’aveva sempre affermato: “ le Primarie sono per il Partito Democratico, un bene prezioso”.
Infatti anche questa volta, i voti, li hanno comprati: Vade-Retrum!
.