– A cura di Giorgio La Porta – Il mio cane scappa e va a mordere 12 vicini. Poi torna a casa e finalmente riesco a renderlo innocuo. Non vedo cosa ci sia da festeggiare. Qualcuno dovrebbe spiegarmi perché si sia comportato in questa maniera, come abbia accumulato tanta ferocia e soprattutto come abbia fatto a scapparmi, visto che ne ero fisicamente responsabile.
Sembra brutto fare un paragone con il terrorista ucciso stamattina a Sesto San Giovanni, brutto nei confronti dei cani, ovviamente, che non potrebbero mai essere così bastardi.
Il signorino si era fatto la tournèe delle carceri italiane, era segnalato come un potenzialmente pericoloso, ma il lassismo tutto italiano di frontiere inesistenti, controlli da film comico e una Giustizia della quale è meglio non parlare, hanno permesso di entrare ed uscire dal nostro Paese con la stessa facilità con la quale una puttana entra ed esce da un motel a ore.
Siamo questo: un motel a ore. Entri, fai quello che vuoi, porti quello che vuoi, vai ad ammazzare in Francia, in Belgio o in Germania e poi torni qui indisturbato, senza che nessuno ti possa fermare. Ovviamente fai tutto da solo, non hai complici, non hai una rete di contatti. No, ti organizzi tutto da solo e organizzi un attentato.
Durante il conflitto a fuoco di Sesto San Giovanni un poliziotto viene ferito e l’altro riesce ad uccidere il terrorista islamico. E meno male che c’è riuscito. Pensate cosa si sarebbe sollevato qualora il terrorista non fosse morto. Un bel processo di qualche anno, ovviamente avremmo dovuto pagargli gli avvocati d’ufficio, perché il diritto viene prima di tutto. Non nego che avremmo rischiato il recupero dell’animella santa da parte di un noto sacerdote che per passione recupera ragazzi che buttano l’acido sulla gente. Non ce lo mettiamo poi un bel libro? Lo abbiamo visto con il caso Cogne e non ce lo saremmo certamente risparmiato tra le strenne del prossimo Natale. Vogliamo poi evitare una bella serata in tv come con i figli del boss della Mafia? Mettiamoci in conto anche quella.
C’è poco da festeggiare per il successo delle Forze dell’Ordine. Sono contento, lo ammetto, perché i ragazzi della Polizia sono sani e salvi e sono contento che l’esercito del male abbia un militante in meno.
Sono triste però, perché non vedo motivi per festeggiare. Stanno tutti qui tra noi, entrano ed escono, comprano case e occupano quartieri, delinquono come nulla fosse e con le buone o le meno buone ci stanno invadendo.
140 mila persone arrivate quest’anno in Italia, la metà degli abitanti di Firenze in un solo anno. Non sappiamo chi siano e quali intenzioni abbiano e non sappiamo come fermarli e come controllare i loro spostamenti. Possiamo solo sperare che facciano danni altrove senza che ci diano troppo fastidio.
Un po’ come quando ti affacci dallo spioncino della porta di casa e vedi che qualcuno con un piede di porco sta entrando dal vicino e non dici nulla per paura di ritorsioni personali. E’ la stessa cosa.
La totale assenza di controlli ha permesso a chiunque di venire qui a fare ciò che meglio crede. Non è un problema di questo o quel credo religioso ma un problema di controllo del territorio e di autorità dello Stato.
Nessuno ha mai colpa di nulla, nessuno è responsabile di niente. E’ sempre qualcuno lontano e indefinito ad avere le colpe.
Non siamo stati bravi ad uccidere il terrorista, perché siamo noi che non lo abbiamo fermato prima e gli abbiamo permesso di scorrazzare liberamente e di uccidere ben 12 persone. Siamo corresponsabili di quel massacro, per non dire che il nostro sistema lassista ne è addirittura complice.
E’ Natale e dobbiamo essere tutti più buoni. Io ho smesso di esserlo solo per abituarmi a quando il Natale non ci sarà più e loro saranno la maggioranza. Poi ci divertiremo a parlare di diritti umani, integrazione e rispetto reciproco.