– A cura di Giorgio La Porta – Un primo dubbio mi si è posto appena uscita la notizia sull’ex governatore dell’Emilia Romagna. Ha ottenuto la sua esperienza sui terremoti durante il sisma dell’Emilia. Siamo nel Lazio, cosa ha Zingaretti di inferiore a Errani per fare lui il commissario alla ricostruzione, visto che Rieti, schiforme renziane a parte, è ancora nella Regione Lazio?
Saranno problemi interni al PD, magari Zingaretti ha già sufficientemente caos a governare la regione di Roma, con grillini in Comune e procure che scavano su Mafia Capitale.
Penso però che un terremoto non sia l’occasione giusta per piazzare questo o quel personaggio del proprio partito, ma debba essere una opportunità straordinaria per unificare il Paese.
Pensate che bello se in un momento di unità nazionale, Renzi avesse chiamato i leader dei principali partiti d’opposizione per chiedergli di esprimere dei nomi di professionisti con esperienza in materia. Una rosa di nomi per far convergere anche il consenso parlamentare sulle operazioni di ricostruzione.
Altresì sarebbe stato molto bello se avessero nominato un Prefetto, un servitore dello Stato, un Generale super partes per chiedergli di impegnarsi in questa onerosissima operazione.
Il problema però, è che con il prefetto e con il generale non parli al telefono come fai col tuo collega di partito. So che il Pd è un partito esemplare in trasparenza e onestà, ma avrei preferito che a gestire i miliardi della ricostruzione vi fosse una alta personalità dello Stato che fosse indipendente dal capo del Partito Democratico, che ricordiamo essere minoritario nel Parlamento e nel Paese.
Nulla da discutere su Vasco Errani, la mia critica non è nei suoi confronti ma nel metodo di scelta. Ci sarebbe potuto andare qualsiasi altro personaggio del Pd per incappare nella stessa identica critica.
Vorrei qualcuno che avesse l’autorità di non rispondere al Capo del Governo e che avesse una lungimiranza superiore alla durata stessa di un premier con le ore contate. Che succede se tra 6 mesi cade il Governo e cambia premier? Facciamo case da schifo per dire Salvini, Parisi o Di Battista dimettiti perché hai fatto case di sabbia?
Risponderanno che il senso dello Stato è forte in questo o quel personaggio, ma il senso dello Stato è proprio questo, vuol dire mettere il proprio Paese davanti a tutto e tutti, anche prima del proprio partito.
Possibile che non ci sia un solo servitore dello Stato che abbia la fiducia di Renzi? Una sola persona che di fronte ad una qualsiasi richiesta del premier, attuale o futuro, abbia l’autorevolezza e l’autorità di dire di no.
E’ proprio questo che si vuole evitare. Vogliono una figura che abbia la stessa autorevolezza di Mattarella e la stessa stabilità di un Letta che è stato destituito con un messaggio su whatsapp. Forse presto leggeremo anche #Vascostaisereno.