– A cura di Giorgio La Porta –
Per un periodo il nuovo Renzi sceso dal camper ha goduto di un consenso che a qualcuno è addirittura sembrato inarrestabile. La parabola discendente è però iniziata da almeno un anno quando i sondaggi hanno iniziato a dire chiaramente che il 55% degli italiani fossero delusi dal premier. Dopo un ulteriore anno di Governo due scandali in particolare hanno fatto tremare i Palazzi della Politica e il Pd stesso. Parliamo delle dimissioni di Marino e della Capitale d’Italia a guida Pd parzialmente commissariata per mafia; dello scandalo Banca Etruria e dei presunti conflitti d’interessi che hanno fatto in modo che il consenso popolare di Renzi fosse ormai ai minimi storici, ovvero al 29%.
Qualche ora fa si è consumato il dramma dei sondaggi al secondo anno di Esecutivo, direttamente su Rai3 durante la trasmissione Ballarò. Il 63% degli italiani è deluso da Renzi, ovvero due su tre.
Il tutto avviene quando il Pd gioca in casa in una trasmissione che certamente non è ostile alla sinistra italiana. Cosa avverrebbe se quei sondaggi fossero fatti da altri istituti per altre trasmissioni?
E’ lo stesso sondaggio a dire che i partiti di centrodestra, se riuscissero a convogliare le forze, arriverebbero primi con il 33%, mentre divisi non parteciperebbero nemmeno al ballottaggio. E’ il caso che il centrodestra si dia una mossa e torni unito a discutere di programmi e di squadra di governo. E’ sempre più evidente che la possibilità delle elezioni politiche anticipate sia più vicina di quanto si possa pensare. Basterebbe una scivolata per Renzi alle amministrative o un voto contrario al referendum sulle riforme per permettere ai bersaniani di diventare tanti piccoli Brutus pronti a riprendersi in mano la sinistra. Perché loro lo sanno che o fanno fuori Cesare prima del ritorno alle urne o sarà Cesare a mandarli definitivamente in pensione.