I nuovi sondaggi, all’indomani del tripudio siciliano che ha consegnato la maggioranza assoluta in Consiglio Regionale alla coalizione guidata da Nello Musumeci, sono ancora più entusiasmanti e possono creare un effetto trascinamento a sostegno della coalizione di Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi.
In una sola settimana per Index Research per La7 il centrodestra cresce fino ad arrivare a quota 36,4% vero record storico dal 2013 ad oggi. A vedere da vicino la soglia morale del 40% è invece Euromedia che attribuisce al centrodestra unito la cifra esorbitante del 38,7% che confrontato con il 28,3% del M5S e del 27,3 del PD rende bene l’idea delle differenze delle coalizioni oggi.
Ricordo sempre l’esempio di Roma, quando al primo turno con il 36% il Movimento 5 stelle si impose come prima forza in 15 municipi su 15 e se fossero state elezioni di collegio li avrebbe conquistati tutti senza lasciare nulla agli avversari.
Un centrodestra che non si sbaglierebbe a definire destracentro a trazione sovranista con Meloni e Salvini che insieme superano abbondantemente quota 20% e che sono pertanto gli azionisti di maggioranza della coalizione.
Il sondaggio della Ghisleri ci dà però una importantissima novità dalla quale dipenderà il successo o l’insuccesso della prossima tornata per le politiche. C’è un partito del 3,5% che può fare la differenza ed è l’insieme dei partitini definiti semplicemente ‘altri di centrodestra’ che mai come oggi è forte e presente e sui singoli collegi elettorali può essere decisivo.
Dal movimento di Stefano Parisi fino a Raffaele Fitto, dagli animalisti della Brambilla ai tanti partiti di carattere regionale, questo contenitore potrebbe essere il quarto soggetto del centrodestra e fare la differenza alle prossime elezioni. Bisognerà capire chi ci sarà dentro e se sarà qualcosa di serio o sarà l’ennesimo contenitore per salvare chi è stato 4 anni a servizio di Renzi e ora non sa dove ricandidarsi. A sentire Parisi e Fitto le posizioni sono abbastanza chiare e non ci dovrebbe essere il rischio di salvare gli inciucisti.
Il 40% non è solo una soglia morale da raggiungere ma è anche un obiettivo possibile alla portata della coalizione.
Bisogna tener presente che c’è una buona fetta di elettorato che è ancora indeciso e che in Italia c’è un partito inesistente molto forte che vale circa il 7% e che è disposto a spostarsi di volta in volta in base a chi viene percepito come vincente.
Una buona campagna elettorale, un programma chiaro e la possibilità di essere percepiti come vincenti possono essere le chiavi per aggiudicarsi questo pacchetto di voti non indifferenti che farebbe davvero la differenza portando il centrodestra fino al 45%. Se tali voti andassero altresì alle altre due coalizioni, comunque non farebbero la differenza; ma agli italiani piace sempre votare per chi vince ed è per questo che senza inciampare su errori banali l’obiettivo è assolutamente alla portata di mano.