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SINDACATI CONTRO LE APERTURE NOTTURNE. NULLA DA DIRE AI CINESI?

sindacati contro carrefourQuando c’è da tirare fuori vecchi fantasmi e scagliarsi contro ai padroni, anche i sindacati più moderni tirano fuori quel velo di marxismo insito nel loro dna. E’ il caso dell’apertura notturna della catena di supermercati Carrefour che da qualche mese ha deciso di prestare servizio h24. Un vantaggio notevole per chi dimentica di comprare qualcosa all’ultimo momento o per chi addirittura sceglie di fare appositamente la spesa di notte per non avere la folla di fila alle casse. Un modo di vivere già ampiamente diffuso all’estero che finalmente arriva anche da noi. Come ogni cosa che introduca novità nello stile di vita, anche queste aperture notturne hanno creato un dibattito nella società. I sindacati si sono espressi in maniera assolutamente contraria e sono arrivati al limite di affittare una vela in provincia di Firenze per elencare alla gente quali e quante attività si possano fare la notte invece di andare al Carrefour.

Fa piacere sapere che gli attentissimi sindacati che sono sempre così attenti ai diritti dei più deboli, non spendano mezza parola per parlare delle condizioni dei lavoratori cinesi o di quelle frutterie indiane e bengalesi che restano aperte tutta la notte, grazie al loro collegamento con i phone center.

Era il lontano 2008 quando denunciai in Comune che alle 3 di notte si potesse fare la spesa in un quartiere di Roma, grazie ad alimentari ufficialmente chiusi collegati da una porticina interna a dei phone center. Ovviamente essendo tutto illegale si potevano comprare benissimo anche bottiglie di superalcolici, in barba ad ogni più elementare legge. Oggi ci sono centinaia di frutterie bengalesi nelle nostre città e spesso e volentieri restano aperte tutta la notte. Le condizioni di quei lavoratori sono molto differenti dalle condizioni dei dipendenti delle grandi catene. Peccato però che i sindacati non se ne accorgano o facciano finta di non vedere cosa si nasconda dietro quelle frutterie, così come non vedono i negozi e i capannoni cinesi che oltre a detenere merci con il marchio CE contraffatto realizzati con sostanze e vernici tossiche, sfruttano i dipendenti come dei muli da soma.

Avete mai visto vele affittate dai sindacati per dire non comprate merci dai cinesi o frutta dai bengalesi? Solita storia, due pesi due misure. 

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