di Riccardo Boccolucci – La Sicilia è una terra meravigliosa, maltrattata e chiacchierata, ma pur sempre magica. Madre di uomini, di eroi. Di italiani del calibro di Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, Renato Guttuso e Giovanni Verga. Casa di bellezze come la Villa Romana del Casale di Piazza Armerina, la Valle dei Templi di Agrigento, le Isole Eolie, di Segesta e tante altre che la rendono patrimonio dell’umanità.
Tra queste meraviglie possiamo sicuramente annoverare Siracusa, una cittadina della costa ionica siciliana dove risiede uno dei tanti musei italiani inimitabili, unico al mondo nel suo genere.
Sto parlando del Museo del Papiro, fondato nel 1987 da Corrado Basile – a cui è intitolato – e Anna di Natale, aperto al pubblico dal 1989. Questa istituzione, di cui in pochi erano a conoscenza, è da qualche giorno sulla bocca di tutti, per una vicenda a dir poco avvilente, che fa malissimo all’intero movimento artistico e culturale italiano.
I due curatori hanno a malincuore deciso di mettere in vendita 20 frammenti di papiri greci e demotici della propria collezione, per autofinanziarsi ed evitare la chiusura. Inizialmente si pensava, si sperava, che fosse uno scherzo, ma purtroppo non era così.
Le dichiarazioni di Anna di Natale e Corrado Basile ci rendono tristi, denotano una pagina nera della nostra storia, ma affermano quanto continuiamo a ripetere da tempo e che si è evidenziato nell’ultima campagna elettorale: in Italia non si parla e non ci si occupa di cultura in maniera adeguata, indistintamente dai colori della politica.
Ecco alcune delle affermazioni dei due ricercatori: << Vendiamo per reperire risorse e realizzare altri progetti. Siamo obbligati, la Regione ci ha dimezzato di anno in anno i contributi>> dice la Di Natale, e ancora << Vendiamo perché abbiamo bisogno di liquidità per andare avanti>> spiega Basile. Davvero mortificante e umiliante.
15.750€, secondo voi possono bastare per portare avanti le attività di un museo di tale portata? Unico esistente al mondo, con reperti di 1500 anni fa? Nessun pazzo darebbe una risposta affermativa, ma evidentemente la Regione non è della stessa idea.
E’ una vergogna che lo Stato non intervenga in una situazione simile, i musei sono un vanto per il nostro Paese, dovrebbero ampliare le loro collezioni, non ridurle.
Pensiamo a dare la priorità a togliere i vitalizi quando dovremmo creare economia grazie a queste eccellenze tutte nostrane.
Voglio concludere con un appello a tutte le forze politiche: intervenite per evitare questa figuraccia mondiale, salvando questi preziosi reperti dall’estradizione e lavorando per garantire maggiori contributi a questo museo così speciale.