Emerge quindi un dato impietoso: l’Italia non investe più nell’università e ne consegue una forte penalizzazione per studenti ed atenei italiani, che rischiano sempre di più di non poter competere con quelli europei.
Un sistema talmente sottofinanziato da generare anche un numero di laureati inferiore alla media europea ed incentivare in modo esponenziale il fenomeno della fuga dei cervelli nel post lauream.
Eppure, secondo calcoli stimati dall’Ocse, per un euro investito in istruzione c’è un ritorno economico del 10%, quindi gli investimenti in istruzione potrebbero essere molto vantaggiosi per l’economia del nostro Paese.
Ma, evidentemente, l’istruzione non e’ tra le priorità del Governo Renzi, che mostra di preferire gli spot agli investimenti reali nella formazione delle nuove generazioni.