“Razzisti, omofobi, xenofobi e ladri”. La sinistra che insultava Salvini, domani vota la fiducia ai ministri della Lega ed entra in crisi esistenziale.
A cura di Giorgio La Porta – Se è una settimana che i giornali raccontano di una Lega improvvisamente diventata euroinomane (cosa clamorosamente falsa) è per non parlare di quanto vi sia una profonda crisi esistenziale nella sinistra che ha fatto dell’odio a Salvini l’unico collante possibile per stare tutti insieme. ‘Non si deve votare perché altrimenti vince la Lega‘ fu l’unico leitmotif che ha permesso la nascita del Governo Conte2.
Penso siano almeno 20 anni che non si senta più parlare di ‘arco costituzionale’. Eppure negli ultimi due anni il braccio culturoide della sinistra ha cercato di isolare Matteo Salvini e la Lega e renderli incompatibili con qualsiasi incarico di Governo.
Operazione in parte riuscita, in parte fallita clamorosamente. E’ parzialmente riuscita a Bruxelles, dove grazie a un ‘cordone sanitario’, ogni proposta della Lega, compresi gli emendamenti a sostegno dei diversamente abili, vengono clamorosamente bocciati per il solo fatto di essere presentati dal partito di Salvini.
L’operazione che funziona nei palazzi lontani dal popolo sovrano, non riesce invece in Italia, dove la Lega resta saldamente e ininterrottamente dal 2019 il primo partito.
Ciò che veniva avvertito come un fenomeno temporaneo che si sarebbe sgonfiato come neve al sole, ha subito qualche flessione a favore degli alleati, ma non tanto da togliere a Salvini il primato nella classifica dei partiti italiani.
Entrando al Governo, chi fino a oggi ha cordonato Salvini, è costretto a legittimarlo e votargli la fiducia, facendo venire meno tutti i pregiudizi politici del caso.
Se meno di un anno fa la sinistra voleva umiliarlo e mandarlo in carcere per la gestione dell’emergenza migratoria, oggi è costretta a votare la fiducia ai suoi uomini. La situazione è magicamente cambiata a suo favore.
E se anche dovesse saltare il Governo, non potranno tornare indietro, perché se uomini come Giorgetti eserciteranno anche un solo giorno il ruolo da ministri, lo faranno grazie al voto di fiducia di una sinistra che va dagli ex ‘giottini’ di Genova al Centro Democratico, passando per Più Europa, Boldrini, Fiano e Fratoianni. E da domani non potranno più farneticare al pericolo fascismo, perché se gli uomini della Lega tornano a Palazzo Chigi lo faranno anche grazie alla legittimazione ottenuta da quei nemici storici, che non potranno mai ammettere di aver votato per dei pericolosi personaggi che minacciano i valori costituzionali.
Per questo tutti i giornali preferiscono raccontare che è la Lega ad essersi convertita frettolosamente, piuttosto che ammettere che senza il contributo determinante di 350 parlamentari di centrodestra il Governo Draghi non sarebbe mai nato.
A livello internazionale la Lega non è più il “mostro nero” che fa affogare i clandestini, ma è il primo partito italiano che governa insieme ad un’ampia maggioranza e si accredita nelle diplomazie di tutto il mondo.
La svolta governista della Lega, apre una nuova fase della politica che, sebbene continuerà a vedere protagonisti la base militante e le piazze, sarà però anche in grado di lavorare nella sala dei bottoni di una squadra di Governo.
Una situazione simile la ricordo nel lontano ’94, quando per la prima volta Alleanza Nazionale entrava in un Esecutivo di centrodestra guidato da Silvio Berlusconi. Era la prima volta che dei post fascisti entravano nei ministeri. Ricorderò sempre le proteste di Israele e di chi si lamentava di aver riportato i postfascisti al Governo della nazione.
Eppure, con un buon lavoro di diplomazia, si è dimostrato quanto quella destra fosse conservatrice e non avesse nulla a che vedere con i drammi del ventennio. Ora come allora la sinistra soffiava sul vento della polemica e ora come allora saranno costretti a ingoiare il rospo e a lasciar governare gli uomini della Lega. Ora come allora servono degli uomini preparati in politica estera con ricchi portafogli di contatti nelle ambasciate.
E’ sempre stato troppo comodo distribuire patentini di legittimità costituzionale e antifascismo solo agli amici e bersagliare di critiche chi non riceveva tali riconoscimenti, ma quell’epoca è finita.
Sono finiti così e sono diventati anacronistici anche quei ‘cordoni sanitari’ che vedevano la Lega come un partito pericoloso a livello europeo. Se domani mattina Salvini vota la fiducia allo stesso Draghi che viene votato anche dal partito di Sassoli, di Gentiloni e di Tajani, non ha più alcun senso gridare all’allarme fascista di fronte ai provvedimenti proposti dagli ottimi 29 eurodeputati leghisti a Bruxelles.
Si apre una fase nuova che potrà riservare nuove grandi opportunità per il nuovo Carroccio.
Una nuova Lega capace di parlare tanto alle piazze quanto alle diplomazie è una nuova importante scommessa da fare per riportare i sovranisti a Palazzo Chigi, non da ospiti indesiderati, ma da protagonisti determinanti.