– A cura di Giorgio La Porta – Lo scenario politico romano ha tre certezze. La prima è che l’inchiesta Mafia Capitale e lo scioglimento anticipato del Comune hanno lasciato il segno sugli elettori, la seconda è che gli elettori del centrodestra sono di gran lunga numericamente superiori rispetto alle altre forze; la terza è che Bertolaso si è dimostrato un disastro nella comunicazione e non ha scaldato i cuori dei romani, tanto che anche oggi sulle colonne del Foglio si parla di un suo possibile ritiro. Ma chi dovrebbe appoggiare Forza Italia tra Marchini e Meloni?
Facciamo una premessa con i sondaggi diffusi in queste ore.
Abbiamo i candidati di PD e 5 stelle, al 26 e 25%, Giorgia Meloni al 17, Bertolaso al 10, Marchini al’ 9, Fassinaal 6 e Storace al 4.
E’ vero che sono sondaggi e non sono primarie, ma qualora lo fossero vi sarebbe una chiara supremazia della Meloni sugli altri candidati del centrodestra.
Si potrebbe scrivere un manuale su come dilapidare un patrimonio, come buttare nel cesso una vittoria che i romani stanno offrendo al centrodestra su un vassoio d’argento.
Il dato drammatico è che questa è l’ultima volta buona per dare una svolta alla Capitale. Se dopo 50 arresti, un municipio sciolto per mafia e la cacciata di un sindaco, dovesse vincere ancora il Pd, vorrebbe dire che non c’è proprio speranza per riprendere la città. O peggio ancora, il centrodestra non ha il coraggio giusto per prendersi la responsabilità di governare. Qualche commentatore più malvagio ha pensato persino che il possibile sostegno di Berlusconi a Marchini e non alla Meloni sia un aiuto diretto nei confronti di un Renzi che se perdesse Roma potrebbe ricevere il giorno dopo uno sfratto dal suo partito. Ma non vogliamo neanche pensare che Berlusconi voglia tenere in vita questo Esecutivo…
Preferiamo pensare alle proposte e pensare che un centrodestra responsabile e unito possa mettersi attorno a un tavolo a pensare.
Vorrei vedere un sondaggio di un centrodestra unito al 40% contro un Giachetti al 26 per sapere se i grillini in caso di ballottaggio voterebbero a favore del candidato renziano. Secondo me no e se si astenessero tutti comunque i numeri sarebbero a favore della leader di Fratelli D’Italia.
I vari partiti potrebbero mettersi attorno a un tavolo a riempire le tante caselline vuote che un cambio di gestione della Capitale porterebbe nei fatti. Ognuno potrebbe portare la propria lista. Una lista civica di Bertolaso, una di Marchini e una di Storace, uno di questi potrebbe fare il vice sindaco con una delega, un altro il city manager e l’altro ancora l’assessore. Governare e non stare tra i banchi dell’opposizione a vedere gli altri fare cose. Governare per bonificare il comune del malcostume della sinistra, delle troppe coop e associazioni che hanno locali del comune a pochi spicci a fronte di un fatturato di milioni di euro (che non si capisce dove vadano a finire).
Che bello se il centrodestra si presentasse unito domattina, con i 4 candidati romani e presentasse subito il programma comune e la squadra degli assessori. Giovani, tecnici, manager. E invece no, dobbiamo farci male per qualche altro mese, frammentare ancora di più la nostra comunità, stuprare ulteriormente la pazienza e la dignità dei nostri elettori e poi andare a votare sperando che al ballottaggio vinca il meno peggio e questo meno peggio sarà uno che comunque nella vita avrà sempre votato per il Pd.
Decidete voi chi sarà il meno peggio. Per quanto mi riguarda se il centrodestra abbandonasse a se stessi i romani e non tirasse fuori le palle al momento giusto, penso che vedrebbe il mio ultimo voto. Non sono più credibili dei leader che per darsi coltellate personali lascino morire la gente della nostra città tra roghi tossici e criminalità. La Meloni è troppo fascista per governare Roma ma smette di essere fascista se a Milano presenta la lista col suo nome per sostenere Parisi? No, questi giochetti proprio non mi piacciono.
C’è un solo centrodestra credibile e possibile. E’ finita l’epoca delle larghe intese, dei nazareni e dei senatori in affitto. Lo avete fatto per anni sulla pelle degli italiani ma ora è arrivato il momento di mettere gli italiani prima di tutto. Anche se ciò potrebbe recare danno alle aziende di famiglia.
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