– A cura di Giorgio La Porta – Il referendum di domenica 17 aprile sembra riportare il centrodestra, per motivazioni distinte e distanti tra loro, nella stessa direzione, ovvero verso una posizione favorevole alla partecipazione e il voto per il si.
Se sono chiare le posizioni fortemente a favore di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni, un po’ meno definite sono le posizioni di Forza Italia che a due giorni dal voto non dedica neanche uno spazietto della sua home page sul referendum. Se però il partito non prende posizione, ci sono tante iniziative individuali, soprattutto delle organizzazioni giovanili, per sostenere la partecipazione al voto e il si al referendum.
Questo appuntamento elettorale che doveva essere una passeggiata primaverile per Renzi e il suo Esecutivo, rischia di diventare un primo grande voto antigovernativo. Dopo lo scandalo trivellopoli i riflettori si sono accesi su questo settore e hanno dimostrato diversi fili che legano interessi economici al potere politico.
Il fatto che si sia scomodato Napolitano per sostenere le ragioni dell’astensione dimostra che qualche timore che si possa raggiungere il quorum ci sia.
Il referendum è promosso da 9 regioni (era promosso anche dall’Abruzzo che poi si è ritirato) Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto, la maggior parte delle quali a guida Pd e ci sono dei governatori come Michele Emiliano della Puglia che sono scesi in campo in prima persona riempiendo piazze e organizzando manifestazioni quali ‘Si amo il mare’ per mobilitare gli elettori alla partecipazione. Quale sarà la capacità di questi governatori del Pd di mobilitare i propri elettori in dissenso da Renzi e a portarli fisicamente al voto è la vera scommessa di questa tornata referendaria.
In tutto questo il Movimento 5 stelle che alle politiche contava il 25% e che sembra mantenere invariato il suo consenso è fortemente schierato per la partecipazione e per il si. Ci sono poi i partiti di sinistra e gli ambientalisti che insieme a 150 associazioni hanno fortemente sostenuto le ragioni del si.
Nel centrodestra a prendere una posizione forte e netta sono stati Matteo Salvini e Giorgia Meloni che da subito si sono schierati con i propri partiti a favore del Si al referendum. Le pagine di Salvini su facebook lo mostrano con una maglietta contro le trivelle, mentre Fratelli d’Italia – An ha dedicato dei manifesti a difesa del mare.
Lo scontro è aperto e sembra iniziata una grande campagna elettorale che durerà un anno intero e che vedrà il prossimo referendum costituzionale di ottobre come tappa centrale prima delle elezioni politiche del prossimo anno. Sta agli elettori capire bene se sia il caso di andare al mare, andare a votare e magari far capire al signore di Palazzo Chigi che è arrivato il momento di farsi da parte.