Stavolta decide la rete e basta un NO per far implodere il Governo. Gli elettori sui social si stanno ribellando alle prese di posizioni dei leader di partito. La partita sul referendum è apertissima.
A cura di Giorgio La Porta – Una campagna elettorale referendaria assolutamente anomala, con pochissime iniziative politiche e campagne più o meno spontanee in rete rendono l’idea della situazione a meno di 20 giorni dalla fatidica data del 20 e 21 settembre per il referendum sul taglio dei parlamentari.
I leader politici del centrodestra sono impegnatissimi nelle campagne elettorali delle elezioni regionali e cercano di dare la spallata al Governo Conte espugnando la maggior parte delle regioni italiane, per presentare poi il giorno successivo il conto direttamente a Sergio Mattarella.
Quel centrodestra che conta secondo i sondaggi attorno al 48/51% non si sta impegnando particolarmente nella campagna elettorale del referendum e sta lasciando ragionare i propri elettori con la propria testa. A sinistra il Pd, ovviamente, è spaccato in due e il dibattito sul si e sul no inizia a far dibattere i partiti.
C’è un aspetto che sondaggisti e grandi giornali stanno prendendo poco in esame, ovvero quanto la rete sarà capace di spostare voti in una campagna elettorale quasi totalmente digitale.
Non serviranno comizi e grandi mezzi: per decidere basteranno locandine, post e qualche catena su whatsapp.
Ricordo sempre la campagna elettorale dell’ultimo referendum costituzionale voluto da Renzi: ai grandi mezzi messi in campo dal comitato del SI, bastò opporre qualche locandina ben fatta e un tam tam sui social per mandare a casa il Governo.
Questa volta si rischia lo stesso effetto. Se fallisse il referendum, il Movimento 5 stelle non avrebbe più ragione di esistere e imploderebbe su sé stesso. Piatto ricco per le opposizioni. Altresì se vincesse il SI’ a giovarne sarebbero soprattutto i grillini che riempirebbero le piazze si rifarebbero una verginità dicendo che gli italiani hanno votato la loro riforma.
Inizierebbero delle liti profonde con gli alleati e la sconfitta ulteriore alle elezioni regionali sarebbe la mazzata definitiva.
In queste ore c’è una forte presenza dei sostenitori del No sui vari social network, tanto da essere quasi il doppio della presenza dei sostenitori del Si. Inoltre sono tanti, anzi tantissimi coloro che non hanno ancora deciso se e come voteranno. La domanda di questa campagna sarà: quanti decideranno grazie a internet nell’ultima settimana?
Se dovesse passare il concetto che il Governo è appeso, proprio come per Renzi, al si, il voto referendario potrebbe trasformarsi in un voto politico contro Giuseppe Conte che alla fine non avrebbe molte chances di fare una fine differente dal leader di Italia Viva.
Anche stavolta la spallata al Governo è a portata di click!