-di Carlo Prosperi- Vazhno Vybrat’ Pravil’no, così Russia Unita ama definirsi ai propri elettori. “Scegliete in modo corretto”, letteralmente. O, se volete, VVP. Come Vladimir Vladimirovich Putin.
Se io fossi un elettore russo, non avrei dubbi.
Fra opposizioni sgangherate, con narrative ultranazionaliste o pseudo-staliniste, la maggioranza della popolazione supporta ancora, in maniera ancora più forte, il partito di governo attribuendo il 54% dei voti e 203 seggi.
Contrariamente a molti esperti, le elezioni della Duma non hanno riportato particolari scandali o violazioni gravi.
Le più limpide e trasparenti, probabilmente, fra le recenti elezioni. Persino i rappresentanti dei partiti d’opposizione hanno evitato critiche, e gli inviati internazionali hanno confermato la valutazione positiva.
La Russia ha imparato la lezione del 2011, e della piazza di Bolotnaya.
Ella Pamfilova, nuova presidente della Commissione Elettorale Centrale e famosa attivista per i diritti umani, ha dato un nuovo corso al processo del campaigning (per darvi un’idea, il precedente in carica veniva chiamato “il mago” e non per la sua capacità di intrattenitore).
Con un piglio pasionario, Pamfilova ha risposto personalmente ad ognuno dei ricorsi presentati fino ad arrivare alle scartoffie delle commissioni locali di San Pietroburgo o Samara, dove le patologie del potere politico e della corruzione si sono mostrate più spesso.
Putin ha mostrato più volte di essere stato critico nella gestione precedente del partito.
La vecchia generazione di siloviki – i vecchi ranghi militari transitati nell’amministrazione presidenziale capeggiati da Vladimir Surkov e da Sergei Ivanov – è stata rimpiazzata da burocrati più giovani, come il nuovo capo dello staff Anton Vaino ed il nuovo Ministro dell’Istruzione Olga Vasilieva. Nel 2018 Putin cercherà la rielezione, ma il mandato del 2024 dovrà essere necessariamente ricoperto da qualcun altro vista la difficoltà anagrafica.
Per quella data, Vladimir Vladimirovich avrà 72 anni.
Il Partito è stato profondamente colpito nella sua gestione ordinaria: il team responsabile per le elezioni è stato cambiato nei suoi nomi e nella sua gestione.
Gli elettori credono ancora in Russia Unita dopo 13 anni di governo. Perchè?
Non esiste un’alternativa credibile. Zjuganov e Žirinovskij, rispettivamente leader del KPFR e del Partito liberal-democratico, non sono considerati adeguati.
Ma non mancano problemi.
La classe parlamentare di Dmitri Medvedev non ha mostrato sempre lati positivi: fra i ranghi, spesso persone di caratura poco apprezzabile sono state elette causando altalenanti rating di approvazione.
Questo ha costretto l’allontanamento di numerosi quadri, portando la nuova classe dirigente verso una maggiore apertura tramite l’istituzione di primarie.
Fuori dalle stanze di governo, chiunque può correre e rappresentare gli interessi della propria constituency.
Nonostante le sanzioni, l’isolamento internazionale causato dagli interessi di pochi, Russia Unita (e Putin) sono ancora il fulcro della vita politica del paese.