Eppure in questa oscurità che fa spavento una luce è stata accesa, viva, dolce, eterna. La Pasqua ci offre quella intima certezza alla base della nostra Fede; ci offre un fatto che è il solido fondamento che ha permesso a questa nostra Civiltà nel corso dei secoli di definirsi e considerarsi libera. Cristo è risorto ed il suo sepolcro è vuoto. Il male, che sulla Croce sembrava per un attimo aver inghiottito ineluttabilmente ogni cosa, è stato sconfitto dall’amore infinito. Il legno della Croce, strumento di martirio, si è trasformato nel simbolo eterno di questa vittoria. Eterno perché eternamente operante. Cristo, con il suo sacrificio, ha piegato la morte una volta per sempre. Ecco perché la paura e lo smarrimento non possono più incatenarci. Sappiamo che essi sono limitati e finiti. Siamo liberi perché consapevoli che il male ha ricevuto la sua condanna definitiva.
A pensarci, quanto riesce ad essere solido e tangibile il vuoto del sepolcro di Cristo. La pietra all’entrata è stata divelta e comincia a filtrare la luce nel buio delle insicurezze umane. <<Il buio su Dio e il buio sui valori sono la vera minaccia per la nostra esistenza e per il mondo in generale>>. Eppure abbiamo la certezza che una luce sicura la vedremo sempre all’orizzonte; la luce che ci ricorda dove sia il confine sottilissimo tra il bene il male; la luce che soprattutto ci rammenta che, nonostante le loro nefandezze, ad essere condannati non sono stati gli uomini ma il peccato. È questa solenne promessa di riscatto a rischiarare la notte. Et nox sicut dies illuminabitur.