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OSTIA ANTICA: UN PATRIMONIO E UNA COMUNITA’ DA TUTELARE.

ostia ant– A cura di Andrea Rapisarda – Sulla questione di Ostia Antica già ci eravamo interessati nei mesi scorsi, ponendo a caratteri generali i problemi che affliggevano questo immenso patrimonio artistico e la stessa comunità cittadina che abita
nelle zone limitrofe. Come riportano le cronache locali, il territorio è in balia dell’abbandono istituzionale accentuato anche dallo stato di Commissariamento del X Municipio: dalla mancanza d’investimento verso i siti archeologici, fino alle criticità urbanistiche e idrogeologiche della ex fortezza.

E’ indiscutibile come il sito degli “Scavi di Ostia Antica” sia un’attrazione turistica di primo livello, per i beni riposti all’interno e il buon posizionamento geografico (la Roma-Lido ferma lì a due passi, a pochi chilometri troviamo l’aeroporto Leonardo da Vinci ed è posizionato vicino al mare di Roma). Un fattore questo che potrebbe portare importanti introiti al territorio del X Municipio e a quello capitolino, ma che finora le amministrazioni che si sono succedute non hanno mai colto. Si sta preferendo da diversi anni – a livello amministrativo – non prendere la causa di Ostia Antica a cuore, aiutando anche i commercianti della località con l’onda del turismo che può portare il sito archeologico e lo stesso borgo del castello di Giulio II. Attualmente vediamo come alcuni siti siano in balia dell’abbandono, tra chiusure inspiegabili e bellezze lasciate al degrado e al deterioramento. Lo stesso castello di Giulio II è lasciato chiuso da diverso tempo, nonostante sia un simbolo indiscutibile del X Municipio e dello stesso territorio romano. Le cinte del borgo vedono uno stato di criticità, con impalcature vecchie di oltre dieci anni e i propri muri a rischio crollo (un danno incommensurabile a livello artistico se avvenisse una cosa simile). Versano in una situazione disastrosa anche i famosi “lavatoi” di Ostia Antica, che dopo un’attenta riprogettazione sono stati lasciati all’abbandono e all’incuria per l’indecisione dell’attuale amministrazione capitolina (recentemente sono stati anche vandalizzati).

Risorse che in qualsiasi altro Paese d’Europa e del mondo sarebbe sfruttate meglio, negli interessi della città e della comunità locale. A pagarne il prezzo di tale situazione sono anzitutto i commercianti del territorio, che vedono attualmente le proprie attività non valorizzate dal sistema turistico odierno. I turisti che vengono in pullman per visitare gli scavi, sono scaricati davanti ai cancelli del sito senza poi dargli la possibilità di assistere alle bellezze del borgo e al lavoro dei propri artigiani. Anche chi scende con i mezzi pubblici a Ostia Antica non trova un servizio efficiente, poiché gli stessi scavi dalla stazione ferroviaria locale sono indicati male. A livello di metro va aggiunto il problema per le persone affette di disabilità, che si trovano davanti a un’immensa barriera architettonica con la passerella pedonale non adibita a loro. Un sistema turistico che mostra tante lacune e criticità e che nel bene del territorio deve essere assolutamente rivisto e riprogettato, anche per includere le attuali attività commerciali lasciate fuori.

Della noncuranza verso questo sito si ha prova con le recenti mosse del ministro Franceschini, che ha evitato di destinare fondi al sito archeologico: un dato triste, poiché l’area è di prima importanza al pari di Pompei.

E’ necessaria quindi una riqualificazione seria di questo territorio, partendo dalla base del turismo. Molte scuole locali già stanno istruendo i ragazzi più piccoli con corsi sulle bellezze del territorio, creando delle figure professionali come le “mini guide turistiche”. Ma la faccenda non si risolve solo con interessanti iniziative locali: serve una gestione di Roma Capitale sui beni artistici presenti nella Città. L’amministrazione ministeriale ha portato all’abbandono di questi siti, tra scarichi di responsabilità e disinteresse verso queste culle della cultura. Il prossimo sindaco dovrà fare la voce grossa con gli attuali enti nazionali che gestiscono questi beni, trovando anche il coraggio di chiedere la gestione di tali siti in prima persona.

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