Il centrodestra può risorgere solo se si rimette in gioco “dal basso”, attraverso “primarie a tutti i livelli” e un tavolo programmatico che sappia “costruire un nuovo progetto Paese attraverso il confronto sistematico con le categorie produttive, le autonomie funzionali e le organizzazioni della società civile”. Queste le parole di Fausto Orsomarso, portavoce di Azione Nazionale nel suo intervento conclusivo della prima manifestazione pubblica del movimento che si è tenuta nella mattinata di Sabato 28 novembre al Teatro Quirino di Roma.
Al Quirino s’è in effetti vista una destra diversa da quella a cui ci siamo abituati negli anni. È una destra senza leaderismi e senza gerarchie.
Azione Nazionale darà il suo contributo “per colmare il vuoto di Destra che c’è nell’attuale offerta politica, e incontrerà una domanda potenziale che aspetta, a destra, un’alternativa al salvinismo”. Una Destra unita e forte, popolare e ragionata, per ispirare la rinascita di un centrodestra aperto alla partecipazione e costruito dal territorio, davvero alternativo alla sinistra renziana e all’antipolitica, nei metodi e nei contenuti.
Si riparte dall’esperienza delle numerose liste civiche locali ispirate da protagonisti vecchi e nuovi della Destra, che si ritrovano in un civismo tricolore, pieno di richiami politici, con l’intento di affiancare ai temi del buongoverno delle città, “contenuti più identitari come il controllo dell’immigrazione irregolare, la critica ai vincoli del Patto di Stabilità, la tutela delle produzioni locali e del Made in Italy, la difesa della famiglia e dell’infanzia, il lavoro giovanile, la cura delle nuove povertà, la tutela del paesaggio e del territorio, la fine dell’oppressione fiscale. In una parola, la ricostruzione del ceto medio”.
L’Italia ha disperatamente bisogno di una nuova Destra forte e unita, popolare e perbene dopo anni di compromessi, questioni morali irrisolte e incomprensibili atti autolesionistici compiuti verso il proprio paese.
Non c’è più tempo per i dubbi o per i passi indietro.
Il tragico periodo storico-economico che stiamo vivendo è ben lontano dall’essersi concluso,al contrario, la situazione si sta aggravando.
Sono oltre 6 milioni le persone in Italia che non hanno denaro a sufficienza per alimentarsi adeguatamente e hanno quindi bisogno di aiuto per mangiare. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat, in occasione della 19esima edizione della Giornata nazionale della colletta alimentare promossa dalla Fondazione Banco alimentare.
In Italia, sottolinea la Coldiretti, è pari al 12,6 la percentuale di individui in famiglie che anche se lo volessero non potrebbero permettersi un pasto proteico adeguato ogni due giorni. Le maggiori difficoltà dal punto di vista alimentare si registrano nel Mezzogiorno (17%), tra le famiglie monoreddito (17,3%) e tra le persone sole con più di 65 anni (14,5%).
Dopo l’attacco al mondo del lavoro, dopo la “buona” scuola, ora un nuovo attacco alla sanità.
È il momento del coraggio e di saper accettare sfide difficili. È il momento della passione e dell’amore verso il proprio Paese. È il momento di rimboccarsi le maniche TUTTI, è l’Italia che ce lo chiede.