Domenico Bonanno 28 anni, di Palermo, laureato magistrale con lode in Scienze Economico-Aziendali, componente dell’assemblea regionale di Diventerà Bellissima si è classificato primo nella lista dei 50 giovani che vorremmo vedere in Parlamento promossala scorsa settimana da centro-destra.it
Ci piace mantenere le promesse e il nostro impegno era di intervistare i primi 5 classificati e di ascoltare le proposte che porterebbero in Parlamento. Lo abbiamo fatto con estremo piacere e abbiamo avuto modo di apprezzare tante proposte concrete ed efficaci.
Quale apporto può portare un giovane a questa politica e nello specifico a questo Parlamento?
Quella di oggi è una classe politica troppo presente nei talk show e poco nelle piazze e tra la gente, chiusa nei palazzi e lontana dalle esigenze del popolo. Da qui deve prendere spunto l’impegno dei giovani in Politica. Un apporto concreto per riavvicinare il popolo alle istituzioni, ridare fiducia alle nuove generazioni portando in Parlamento le loro istanze, una ventata di freschezza all’insegna di un efficace trade off tra l’esperienza dei più navigati e l’entusiasmo e la voglia di fare dei più giovani.
Quali sono le prime tre proposte di legge che depositeresti da primo firmatario?
Inutile evidenziare la necessità di profonde riforme che possano trasformare il nostro Paese. Non è semplice fare una scelta, penso ad una coraggiosa riforma della giustizia e della pubblica amministrazione, ad una semplificazione della burocrazia, ad una profonda riforma fiscale che possa garantire una diminuzione della pressione attraverso l’introduzione di una Flat tax e all’abolizione di imposte odiose ed ingiuste come quelle sulle successioni o sulla prima casa. Ma se dovessi scegliere, le tre proposte di legge che ritengo più utili e che più mi stanno a cuore, non avrei dubbi.
In primis è necessaria una revisione del sistema pensionistico ed una riforma dei fondi di previdenza complementare. La situazione emergenziale che stiamo vivendo, vede la necessità che lo stato incentivi la previdenza complementare e ne favorisca l’adesione dei lavoratori. Il quadro normativo europeo è in profondo mutamento e la direttiva IORP2, riguardante l’attività transfrontaliera dei fondi pensione, evidenzia la necessità di rendere i nostri fondi più competivi. Prevedere pertanto una tassazione agevolata è necessario per evitare la fuga di questi fondi all’estero, ma allo stesso tempo bisogna promuovere l’investimento di questi patrimoni nell’economia reale italiana. Parliamo di oltre 200 miliardi di euro, ossigeno per le imprese e per il sistema produttivo. E ancora: riscatto gratuito della laurea perchè è fondamentale che lo Stato investa sul futuro dei giovani, anche assumendosi l’onere dei contributi figurativi degli anni universitari; una profonda revisione della legge Fornero e tagli alle pensioni d’oro.
Un’altra proposta che ritengo utile è quella dell’istituzione di una “No tax area” per le imprese composte da giovani under 35 che operano nel campi del turismo e dei beni culturali, dell’agricoltura, delle energie rinnovabili e del Made in Italy. Sogno un paese in cui si possa vivere di cultura e turismo, in cui si riscopra l’agricoltura, in cui si punti concretamente sulle energie rinnovabili e sul Made in Italy. Per far sì che ciò accada, è necessario incentivare l’iniziativa imprenditoriale in questi campi mediante strumenti di sostegno e misure shock come forti incentivi fiscali per le piccole imprese nascenti. “No tax area” per i primi 24 mesi, Tassazione agevolata per i successivi 24, sgravi contributivi per i primi 36 mesi per le assunzioni a tempo indeterminato. In cambio le imprese si impegnano al mantenimento della sede legale e fiscale in Italia e al mantenimento o all’incremento dei livelli occupazionali, senza delocalizzazioni all’estero, pena la perdita degli incentivi con l’obbligo di pagamento delle somme. E poi, sempre meno intervento pubblico, più spazio per l’iniziativa privata.
Infine, last but not least, una seria e coraggiosa riforma elettorale che possa riavvicinare i cittadini alla Politica e alle Istituzioni. Niente listini bloccati, spazio alle preferenze, congruo premio di maggioranza per garantire la governabilità senza falsare il risultato elettorale, penalità economiche contro i cambia casacca e una tutela generazionale attraverso l’introduzione dei fuori quota. Come nello sport, anche in politica prevedere per legge l’inserimento di un numero minimo di under 35 nelle liste elettorali, forse è rimasto l’unico modo per garantire ai giovani, spazi in Politica. Se non sei la figlia dell’ex Ministro di turno o una tronista di uomini e donne, deve pensarci la legge a promuovere merito e ricambio generazionale anche in Politica.
Come mai i più giovani non votano centrodestra e cosa cambieresti nella coalizione?
I giovani, in generale, ahimè votano sempre meno e sono sempre più distanti dalla politica. Molti di quelli che vanno a votare, votano m5s. Tutto ciò accade perché i partiti tradizionali hanno deciso di investire sempre meno sul ricambio generazionale, ma anche per una gestione verticistica di questi. Per riavvicinare al centrodestra i giovani, occorre dare loro sempre più spazio, ripartire dalle scuole politiche, avvicinare i ragazzi nelle scuole e nelle università, formarli, dare loro la possibilità di mettersi in gioco e di poter crescere. Se il centrodestra deciderà di investire sui giovani non potrà che trarne giovamento, sia in termini elettorali che di idee e risultati. Puntare sui giovani, oltre che sui programmi, premiare il merito, le capacità e le competenze, sono gli strumenti più efficaci contro populismi e antipolitica.