– a cura di Simone Paris – Ci troviamo in un periodo storico in cui essere Italiani è visto da alcuni come una macchia, come un emblema da cancellare, come un peccato da espiare; un periodo storico in cui l’identità nazionale, l’idea di Patria è completamente assente e chi è imperniato dell’Amor Patrio e si sente fiero di essere Italiano è visto come un matto, come uno squilibrato, come una persona priva di senno.
Il monumento simbolo dell’identità nazionale e della Patria è senz’altro il Vittoriano o Altare della Patria, visibile da ogni punto della Città Eterna.
Il monumento era stato inizialmente pensato come un mausoleo per accogliere le spoglie dei membri della famiglia reale dei Savoia; infatti il nome Vittoriano deriva dall’iniziale dedica a Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia. La figura di Vittorio Emanuele II fu quella di un eroe, di un re investito di una missione provvidenziale (Unità d’Italia) a cui tutta la popolazione d’Italia era legata da un rapporto quasi filiale.
Sarà con la tragedia della prima guerra mondiale che la mole di marmo conquista un’anima, occorrerà il sacrificio di milioni di uomini rappresentati in uno, un Ignoto, che verrà sepolto nel sacello sotto la Dea Roma; infatti dal 1921 il monumento accoglie le spoglie del Milite Ignoto, ed è divenuto un monumento di identità nazionale, per rappresentare il patriottismo e l’amor di Patria, un monumento per celebrare l’Italia Unita e la sua Libertà.
L’Altare della Patria è diventato, nel corso dei decenni, fulcro di celebrazioni pubbliche, scenografia universalmente nota, elemento di identità nazionale, icona dell’Italia.
Il Vittoriano non è mai stato solo un monumento da contemplare, ma da sempre è anche teatro di importanti momenti celebrativi dell’Amore di Patria; ciò ha accentuato il suo ruolo di simbolo di identità nazionale. Si pensi alla grandiosa manifestazione del 2 novembre 1915 in ricordo dei caduti della prima guerra mondiale, per arrivare ai tempi recenti, ascoltando le parole del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che, in occasione della cerimonia di apertura dell’anno scolastico 2003/2004 che qui si svolse, affermò: “Questo monumento sta vivendo una seconda giovinezza. Lo riscopriamo simbolo dell’eredità di valori che le generazioni del Risorgimento ci hanno affidato. Le fondamenta di questi valori sono qui incise nel marmo: l’Unità della Patria, la Libertà dei Cittadini”.
Partendo proprio dalle ultime parole succitate, non si può non fare menzione delle numerose sculture marmoree che rappresentano allegoricamente l’Italia Unita, così come già presente nell’idea iniziale del progettista dell’opera, l’architetto Giuseppe Sacconi.
Il Vittoriano è oggi visto dalla più aggiornata critica d’arte come un importante passo nella ricerca di uno stile nazionale, che doveva caratterizzare il Regno d’Italia da poco costituito,esso appare oggi come un ottimo esempio dell’architettura del primo periodo dell’unità nazionale, una fusione di Liberty, Eclettismo e Neoclassicismo.
Per descrivere i gruppi marmorei e la loro simbologia non si può non partire dalle due sculture in bronzo dorato presenti ai lati della scalinata che rappresentano il Pensiero e l’Azione, che si ispirano al pensiero di Giuseppe Mazzini, per poi proseguire con la statua della Dea Roma, posta sopra la tomba del Milite Ignoto, che indica l’idea, già diffusa in pieno Risorgimento, di avere la Città Eterna come capitale del Regno d’Italia. Assai simboliche sono anche altri quattro gruppi scultorei che rappresentano i valori ideali degli Italiani, ovvero la Forza, il Sacrificio, la Concordia e il Diritto.
Nostalgica ed intrisa di vero nazionalismo è la terrazza delle città redente, ossia le città divenute italiane in seguito alla prima guerra mondiale e alcune delle quali tornarono in mano slava dopo la seconda. Si tratta di Trieste, Trento, Gorizia, Pola, Zara e Fiume, che sono rappresentate da un altare recante lo stemma corrispondente. Al centro è presente una monumentale iscrizione che riporta il testo del Bollettino della Vittoria e ai due lati sono presenti due iscrizioni con un motto: “Et facere et pati fortia” per mettere in risalto la Virtù del Popolo Italiano. Sulla terrazza si trova anche un macigno proveniente dal Monte Grappa, per rappresentare tutti i luoghi ove i soldati italiani combatterono durante la Grande Guerra.
Fulcro dell’intero monumento è l’Altare della Patria, che contiene al suo interno la tomba del Milite Ignoto, espressione dell’Amor Patrio, del sacrificio per la Nazione di tanti giovani soldati italiani.
Spicca su tutte la grandiosa statua equestre in bronzo di Vittorio Emanuele II, sul cui basamento sono contenute statue marmoree delle 14 città nobili dell’Italia, rappresentate con lo scudo del proprio stemma e con una propria simbologia.
Elemento centrale di tutto il complesso monumentale sono anche le Statue delle Regioni, ad imitazione delle rappresentazioni allegoriche delle province romane, che si usavano porre sui momenti celebrativi al tempo dell’Impero romano.
Per concludere questo racconto sul simbolismo dei gruppi scultorei dell’Altare della Patria, non si possono dimenticare le due quadrighe, che con le iscrizioni latine poste sui frontoni dei propilei, simboleggiano l’Unità della Patria e la Libertà dei Cittadini e riassumono le tematiche fondamentali del monumento.
E’ inequivocabile quanto un singolo monumento, un “ammasso di marmo” sia impregnato dell’Amor Patrio, dell’Identità Nazionale e proprio da questi valori si deve ripartire per poter finalmente essere FIERI DI ESSERE ITALIANI.