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LA SERBIA, L’EUROPA, LA RUSSIA. PARLA JOVAN PALALIC, DEL PARTITO POPOLARE SERBO

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Abbiamo incontrato Jovan Palalic, segretario nazionale del Partito Popolare Serbo.. Carlo Prosperi ha chiacchierato con l’ex deputato delle scorse 3 legislature sulle prossime elezioni del paese, il loro posizionamento internazionale e le idee per la futura Europa.

Jovan, nel novero dei partiti afferenti il popolarismo europeo il PNS cosa propone? Qual è il vostro posizionamento nel panorama nazionale?
Il Partito Popolare Serbo è, come già indica il suo nome, un “partito popolare”, il cui obiettivo di base è quello di tutelare gli interessi economici e sociali di tutti i cittadini e di tutte le classi sociali in Serbia. Noi riteniamo che lo sviluppo di piccole e medie imprese, come altrettanto quello dell’agricoltura, sia il modo migliore per realizzare questo scopo. Pertanto, noi mettiamo l’accento su imprenditoria e spirito imprenditoriale: questo non è stato fatto nel periodo precedente dal Governo di Belgrado. Allo stesso tempo, la questione della sicurezza nazionale e della protezione dei confini è uno degli obiettivi chiave della nostra politica. Un’economia forte dà uno stato forte e senza uno stato forte non c’è un’ economia forte. La crisi migratoria ha aperto gli occhi a tutti in questione a quanto sia importante la sicurezza nazionale dei cittadini. Per quanto concerne il Partito Popolare Europeo, esso in questo momento sta affrontando una grande sfida causata dalla crisi migratoria. In assenza di un’ unitaria politica e risposta europee, i vari paesi hanno cominciato, naturalmente, a difendersi da soli preoccupandosi dei propri interessi e sicurezza nazionali. Questo ha causato un rafforzamento dei partiti e dei movimenti che vedono l’Unione Europea in maniera diversa. Il Partito Popolare Europeo si trova di fronte alla scelta “dove andare”, considerando che è il creatore dell’idea europea, ma in un momento in cui la crisi nell’UE si sta intensificando e gli altri partiti le stanno prendendo gli elettori. Si deve definire un nuovo piano strategico d’azione in una situazione di sfide populistiche. L’esito peggiore sarebbe adulare quest’ ondata e perdere la propria identità, in quanto è un gruppo di partiti, leader, politiche seri. Non sono tempi facili per il Partito Popolare Europeo.

Recentemente, in Italia, il popolo della vita ha riunito le proprie forze per protestare contro una legge che apre alle adozioni ed alle unioni civili. Dall’Est, invece, soffia un vento diverso. Basti pensare alla costituzione ungherese nella modifica del 2012, al referendum sloveno o ai continui rimandi ad una tradizione europea basata sulla cristianità del premier bulgaro. Se foste stati al nostro posto, nel nostro Parlamento, come avreste votato?
Il Partito Popolare Serbo si basa su valori morali cristiani fondamentali, pertanto è contro qualsiasi forma di legalizzazione di unioni civili e adozioni. Ogni stato deve basarsi sul modello naturale di famiglia, composto da padre, madre e figli. Questa è la base della moralità, ma anche della forza di una società. Appoggiamo completamente le proteste tenutesi a Roma contro tale ideologia, soprattutto in Italia, un paese profondamente cristiano, in cui il concetto di “famiglia” sta, da secoli, alla base della sua grande storia, cultura e di tutto quello che di più grande ha dato all’Europa.

 La Serbia è nei candidati all’adesione dell’Unione Europea. L’Europa annaspa di fronte le crisi, prima quella economica, poi quella migratoria ed, infine, quella politica. La vicenda greca – il cui prodotto interno lordo non supera quello di una regione media dell’Europa occidentale – ha prodotto sconquassamenti in tutto il panorama. Avete un’idea diversa di Europa?
Indubbiamente, dopo la crisi economica, la crisi migratoria, di cui non si intravede la fine, rappresenta la sfida più grande per l’Unione Europea e il funzionamento delle sue istituzioni. Pare che il sistema di integrazioni, costruito a Bruxelles, non sia così forte come si immaginava. Alla prima grande sfida in termini di sicurezza si è mostrata la fragilità della politica europea comune. I vari paesi hanno cominciato a difendersi da soli, intravedendo l’impossibilità di raggiungimento di un accordo a Bruxelles. In assenza di una risposta comune, ecco che capita Colonia. E ora è ancora da vedere ciò che accadrà in seguito. Osservando l’altalenante panorama politico in Germania, causato dalla politica d’immigrazione portata avanti da Angela Merkel, si ha l’impressione che l’UE sia disorientata. In una situazione del genere, il mio partito non vede il bisogno d’integrazione in una società di cui non sappiamo l’aspetto che avrà in futuro e il nostro ruolo in proposito. Noi siamo a favore di rapporti forti, soprattutto economici, con tutti i paesi europei, ma l’ UE, nello stato in cui si trova adesso, non rientra nei nostri interessi. Ritengo che il futuro dell’ UE si discuterà all’interno del Partito Popolare Europeo, sempre che si creino una visione nuova e delle risposte chiare a questa grave crisi.

Il vicino russo è sempre più lontano dal Vecchio Continente, le cui strategie internazionali sono ideate e promosse da burocrazie che assecondano più gli interessi di sicurezza dei paesi limitrofi alla Federazione Russa che quelli economici e strategici. Come vedete questo scollamento fra noi europei ed i Russi?

Ha detto bene, quando ha affermato che le strategie internazionali sono ideate e promosse da burocrazie che non agiscono nell’interesse economico dei paesi europei. Altrimenti, come spiegare le misure restrittive, “sanzioni”, del tutto immotivate, che l’UE ha introdotto contro la Russia, di cui ne risentono sia l’imprenditoria, che l’agricoltura. Voi in Italia ne sapete qualcosa di tutto ciò ed è un bene che si sentano le voci anche da parte del vostro Governo in merito all’abolizione delle sanzioni il più presto possibile.
Il Partito Popolare Serbo è un partito che ha legami assai stretti con “Russia Unita”, il partito del presidente Putin. La Serbia ha siglato l’accordo di libero scambio con la Russia e molte imprese italiane usufruiscono dei benefici tratti da questo. Riteniamo che sia giunto il momento che i paesi europei guardino i propri interessi e sono fortemente certo che la collaborazione tra UE e Russia sia negli interessi di tutti gli europei. Ancora una volta ci appelliamo all’abolizione delle sanzioni introdotte contro la Russia.

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