Capita che un giorno ti rendi conto di esserti svegliato in una delle province più vessate dall’inquinamento e dallo sfruttamento industriale, ma anche in una di quelle più ricche di storia e tradizione in assoluto, settore di cui nessuno si è mai interessato o comunque non lo ha mai fatto seriamente; per seriamente intendo a livello competitivo, evolvendosi da quelli che possono essere i comitati locali improntati solo sul lato mangereccio e casareccio della questione – non me ne voglia nessuno, essendo io il primo difensore di queste sacralità locali – ma in un mondo come il nostro bisogna giocare con gli strumenti giusti per attirare l’attenzione.
Capita anche che alcuni dei tuoi migliori amici, quelli con cui hai frequentato le scuole superiori, un giorno diventino studenti universitari fuori sede e tocchino con mano realtà virtuose, come quella di cui vi parlerò.
Fate la somma di questi due capoversi che iniziano con “capita” e avrete capito quello che mi appresto a scrivere: la nostra scommessa è stata quella di creare una rappresentanza giovanile del FAI (Fondo Ambiente Italiano) nella nostra provincia, dove mai si era parlato di questo tipo di iniziative.
Abbiamo imparato che il Fondo Ambiente Italiano è nato nel 1975 ad opera di Giulia Mozzoni Crespi circa 12 mesi prima del Ministero dei Beni Culturali (pensateci!), opera sull’intero territorio nazionale grazie a numerose Delegazioni e altrettanti Gruppi FAI Giovani, di cui faccio parte attivamente e, lasciatemelo dire, con orgoglio.
Quando entri nel FAI capisci immediatamente che i volontari che vi appartengono non sono i volontari della domenica che una volta l’anno riscoprono il loro (ben sepolto) spirito ecologista e vanno a spazzare un parco in città, ma sono specialisti del volontariato, hanno sedi e segreterie regionali, frequentano corsi di formazione specifica e si impegnano quasi quotidianamente nel raggiungere gli obiettivi principali della Fondazione, ovvero agire, senza scopo di lucro, per la tutela, la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale e naturale italiano attraverso il restauro e l’apertura al pubblico dei beni storici, artistici o naturalistici ricevuti per donazione, eredità o comodato; inoltre il FAI promuove l’educazione e la sensibilizzazione della collettività alla conoscenza, al rispetto e alla cura dell’arte e della natura e l’intervento sul territorio in difesa del paesaggio e dei beni culturali italiani.
In un anno di attività il mio gruppo ha organizzato oltre 10 eventi locali destinati proprio alla promozione e alla valorizzazione del nostro (quasi dimenticato) patrimonio paesaggistico ed artistico, ha inaugurato una sede provinciale, ha portato nella provincia, che vi ho descritto all’inizio, un evento nazionale che ha richiamato migliaia di turisti in due sole giornate: parlo ovviamente delle Giornate FAI di Primavera, che fra pochi giorni si terranno di nuovo in una delle cittadine con il patrimonio culturale ed artistico più elevato dell’intera provincia.
L’Italia, la vostra città, i vostri amici hanno bisogno di queste iniziative, hanno bisogno che VOI siate d’esempio. La nostra bella Italia ha un disperato bisogno di cultura, di persone che si attivino per il bene comune, di ragazzi che si interessino di bellezza: “Perchè, se è vero che la bellezza salverà il mondo, noi dobbiamo salvare la bellezza”.