Vengono diffusi i dati degni di una guerra civile e i membri del Governo brindano come se fosse capodanno. Il 34% di disoccupazione giovanile avrebbe portato qualsiasi Esecutivo alle scuse pubbliche e poi alle dimissioni in massa, ma qui si festeggia e tutti i giornali aprono con l’occupazione che aumenta.
Il lavoro precario dato dal jobs act può anche far salire le lancette dell’occupazione ma la percezione reale della crisi economica non migliora. Anzi, chi vive con 600 euro e risulta occupato si sente ulteriormente preso in giro e vede che con quello stipendio da fame non può farci assolutamente nulla e si arrabbia ancora di più. Qualche giorno fa Le Iene hanno raccontato la storia di alcuni lavoratori della biblioteca nazionale che dovevano raccogliere 400 euro di scontrini per ricevere un rimborso spese del loro ‘volontariato’ a pagamento. Senza alcun diritto, con condizioni di lavoro sempre peggio. È questo ciò che si trova quando ci si affaccia nel mondo del lavoro. Call center che sono le nuove piantagioni di caffè per la nuova schiavitù. Lo stipendio viene pagato con ritardi di 3-4 mesi ma nessuno può lamentarsi altrimenti vai altrove, perché vali meno di niente.
Ricordiamo poi quando il saccente partito di Renzi tappezzava le nostre città con il bel manifesto sulla disoccupazione giovanile al 29% e chiedeva le dimissioni del Governo Berlusconi. Ora che la disoccupazione giovanile è al 34 ma governano loro, si sboccia champagne e guai a chi non vede l’enorme successo del governo Renzi-Alfano.
Nessun giornalista che si metta a contestare queste buffonate. Nessuno che racconti la reale situazione della crisi economica. Bisogna parlare bene perché le elezioni sono vicine e Renzi è già pronto per governare altri 5 anni e togliere i contributi a questo o quel giornale. Allora meglio acclamare e tenersi il posto di lavoro. Perché fuori non è che se ne trovi poi molto…