Mentre l’Europa dibatte sulla legalità e l’opportunità delle donne islamiche di indossare il burkini, il burka in versione balneare sulle spiagge delle nostre città, in Iran, dove neanche si sognano la libertà europea, sarà vietato nominare la Nutella. Il famoso marchio italiano del signor Ferrero, un vero e proprio simbolo dell’italianità è stato bocciato da una apposita commissione linguistica, simile alla nostra Accademia della Crusca che ha deciso di tradurre il prodotto italiano con un termine arabo. Così mentre l’Europa viene islamizzata, si impedisce di italianizzare le insegne dei negozi iraniani. Neanche fosse un modo per convertire le pure anime iraniane ad una nuova pericolosa religione reazionaria magari fatta di ricche colazioni e banchetti golosi. No nulla di tutto ciò.
Oltretutto non sarà vietata la magica cioccolata italica che ha conquistato le credenze delle cucine di tutto il mondo, ma verrà tradotta con una parola araba che significherà testualmente cioccolata calda. Nella capitale Teheran è infatti proibito mettere insegne dei negozi con termini stranieri. Tanto che alcuni commercianti hanno già provveduto a coprire le scritte delle insegne. A pensare che qualche mese fa Renzi con una delegazione di imprenditori andarono in quel Paese in cerca di investimenti e tornarono trionfanti. Viene spontaneo domandasi quali prospettive ci possano essere con chi viola quotidianamente i diritti umani e faccia certe scelte al limite dell’anacronistico, del grottesco e del ridicolo.
Chissà se anche lo storico slogan della Nutella diventerà: “energia per fare e per pregare”.
Per chi non avesse ancora votato il sondaggio sul burkini in Italia ve lo proponiamo qui:
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