-a cura di Alessandro Porcu- Negli anni sminuiti, i movimenti giovanili dovrebbero rappresentare una delle colonne portanti su cui viene fondato un qualsiasi partito. Questo non accade e così i partiti di centrodestra si sono ritrovati a dover affrontare la difficile situazione di mancanza di un ricambio generazionale autoprodotto.
I movimenti giovanili (Forza Italia Giovani, Movimento Giovani Padani e Gioventù Nazionale) dovrebbero rappresentare la scuola politica di ogni singolo partito, il posto in cui si trasmettono idee e se ne sviluppano delle nuove, il posto dove ogni singolo ragazzo ha il diritto di aderire e crescere insieme ad una logica di gruppo con l’obiettivo di creare una rigenerazione e introdurre così forze fresche al proprio interno.
Ma tutto questo succede? La risposta è ovvia e corrisponde ad un no.
I movimenti giovanili vengono utilizzati esclusivamente per produrre nuova “forza lavoro” in vista di campagne elettorali, presenze ai convegni e funzioni poco considerate dai “vecchi”.
Giovani questi che vengono riempiti di buoni propositi e poi più e più volte respinti quando bisogna prendere delle decisioni. Vengono utilizzati per riempire le liste e poi abbandonati a se stessi.
Cosa comporta tutto questo? Quello che negli anni abbiamo imparato a conoscere come disinteressamento dei giovani nei confronti della politica partitica ed uno sviluppo eccessivo delle derive populiste come quella del Movimento 5 Stelle, sostenuto principalmente dai giovani stanchi di non riconoscersi in un determinato gruppo politico proprio per mancanza di coinvolgimento. Tutto questo causato dalla mancanza di una struttura che avvicini la gente e in questo caso le nuove generazioni alla vita politica.
Cosa ha causato questo “buco” generazionale? La perdita di un patrimonio culturale appartenente alla destra di dimensioni enormi, un tesoro impresso nei libri di storia che bisognerebbe insegnare immediatamente a chi si affaccia in questo mondo, così complesso ma tanto coinvolgente. Ha causato l’allontanamento del popolo dalle attività istituzionali, una visione del partito come casa di una casta ristretta.
Ho visto giovani che credevano di esser grandi, sempre ben vestiti e in cerca di attenzione, per poi non rendersi conto che per i “vecchi” non contavano niente.
Ho visto ragazzi crederci per poi rendersi conto che si, è veramente come dicono tutti, ossia è tutto una fregatura.
Con questo non voglio dire che i movimenti giovanili sono inutili, non voglio sminuire anche io l’unico strumento possibile per aggregare futuri amministratori e trasmettitori di valori. Non voglio che i giovani leggendo un simile articolo si allontanino ancora di più.
Ho un sogno. Son sicuro che si realizzerà. Un giorno ci renderemo conto che dalla base si costruisce un progetto vincente e senza di essa ci si ritroverebbe davanti un castello di carte.