– Di Danilo Conte Aglioti – Ancora una tragedia nel Mediterraneo, un barcone si è capovolto al largo dell’isola di Kalymnos nell’Egeo, causando la morte di quattro persone, tre bambini e una donna mentre altre undici persone sono state tratte in salvo. Continuano gli sbarchi, proseguono le traversate via terra ma l’Europa ancora è in ritardo nel porre il suo aiuto in questa emergenza e nel frattempo migliaia di persone muoiono affogate o per la fame, sperando in una vita migliore scappano dalla guerra. La Serbia è il punto di passaggio per la Croazia mentre l’Ungheria continua la chiusura delle sue frontiere. Un grande filo spinato ungherese blocca un accesso dove fino ad ora sono passati più di 140.000 migranti. Si tratta di una vera e propria lotta tra Slovenia e Croazia con frontiere bloccate e vie di comunicazione controllate per evitare il grande afflusso. Anche in Italia non si ferma questa grande migrazione, in questo caso via mare dove la guardia di finanza e la polizia di stato hanno fermato due cittadini del Gambia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le emigrazioni proseguono, l’Europa occidentale cerca di controllare le frontiere per tutelare gli europei da questo grande afflusso di migrazione clandestina e di richiedenti asilo. Schengen nonostante sia un giovane trattato oggi ha poco valore e non viene rispettato da tutti i paesi europei. Ci vuole un cambiamento europeo su come intraprendere questo processo umanitario e di accoglienza. Bisogna evolversi sul tema della Cooperazione Internazionale ed abbandonare gli investimenti oramai falliti sugli interventi di emergenza internazionale. All’Europa ed agli europei è richiesta una decisione nobile da intraprendere con da una parte gli Stati Uniti e dall’Altra la Russia che premono su come intervenire con ideali naturalmente diversi. L’Europa si trova tra due fronti, al centro di una grande difficoltà, questo periodo e ciò che accade può far crescere Bruxelles ma gli stati europei hanno voglia di crescere?