Site icon CENTRO-DESTRA.IT

GIORNATA DEL RICORDO: LA CRUDELTA’ DI UN MASSACRO DIMENTICATO

le-stragi-negate-degli-italiani-della-venezia-giulia-e-dell-istria-620x372– A cura di Luca Proietti Scorsoni – A pensarci bene quella parola lì, Foiba, con la vocale larga a far da cerimoniere guida nei confronti delle restanti lettere, da l’idea di una deglutizione. Eppure, da quei cinque simboli intessuti, per dirla alla Borges, si sprigiona un’immagine della montagna che inghiotte sacchi di resti umani. Avvinghiati gli uni agli altri, legati con il fil di ferro e lasciati cadere nelle fauci carsiche delle rocce, la dove ancora rimbomba il dolore per una moltitudine di destini spezzati. E nemmeno si può metterla sul piano del livore politico per tentare di spiegare, non dico comprendere, ma spiegare l’oblio titino: quale pericoloso furore ideologico avrebbe mai potuto scaturire dal pianto contagioso di un bambino o dalla bellezza sfrontata di una ragazza in fiore? No, il marchio d’infamia era legato esclusivamente all’essere uomini e nella sfortuna di avere avuto i natali in una data fetta di mondo. Un terra disgraziata, maledetta, che a distanza di anni sembra rivendicare la propria esclusività all’orrore. “Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris”. Già, la polvere come anticamera di un vagito e desinenza finale del verbo invecchiare: è scritto nei sacri testi e mai tragedia umana ed escatologia divina sono state così contigue quanto in quel lembo di terra mitteleuropea. Sulla falsa riga d’un contrappasso dantesco la falce e il martello, anni dopo, furono necessarie per donare un po’ di “pietas” a quei corpi straziati da un odio profondo, figlio dell’incomprensibile. Fissare i chiodi per il sostegno delle carrucole, affacciate sugli infiniti pozzi della morte, e recidere la tela per poter dare un nome a volti anonimi, se ancora intatti nelle loro fattezze originali. Ed ora, mentre stai leggendo, squarciare il velo della reticenza e dell’ipocrisia. Erano persone di cittadinanza terrestre. Esseri umani. Umani. Credo che dopo 70 anni dall’accaduto questo basti per soffocare i più penosi distinguo e per dissolvere le verità di comodo e strumentali alla propria coscienza. Collettiva e non. Che riposino in pace. Le loro anime e i nostri rancori.

Exit mobile version