– A cura di Andrea Rapisarda – Le consultazioni sono finite e Mattarella ha tirato le somme su chi deve succedere all’esperienza governativa di Renzi in Italia: l’incarico è stato affidato a Paolo Gentiloni, Ministro degli Esteri uscente sotto l’esperienza renziana. Il Partito Democratico si fa forte della maggioranza alle Camere e potrebbe riconfermare tutti i nomi della scorsa esperienza amministrativa, eccetto la conduzione del “Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale” che cambierà volto per ovvi motivi. Se questa idea prendesse piede, non possiamo negare come la nuova esperienza governativa italiana vedrebbe un continuo delle politiche e dell’operato renziano: stesse facce del passato ma soprattutto stessi obiettivi della scorsa gestione di governo.
Renzi nell’ultimo referendum ha spostato il 40% degli elettori nazionali a suo favore, uscendo dalle scene in una sconfitta che può definirsi “a testa alta”: Gentiloni però non è l’ex premier e soprattutto non ha i suoi numeri elettorali. Mattarella ha affidato il mandato a un uomo che adesso è difficile capire a quale parte del popolo è rivolto, specie se nel suo passato guardiamo la bruciante sconfitta alle primarie – 2012 – di Roma del Partito Democratico contro volti come Ignazio Marino e David Sassoli (uscì con una percentuale vicina al 15%). E’ paradossale quindi vedere un politico rivelarsi un potenziale premier se poi nella sua carriera non è riuscito neanche a imporsi nella sua città natale, prendendo poche manciate di voti e sconfitto da personalità che lasciano – o hanno lasciato – desiderare sul loro operato istituzionale.
Un nuovo governo – non eletto da nessuno – si appresta a formarsi, pronto a strutturarsi sulle ceneri renziane: la stessa corrente di Matteo Renzi che dal popolo sovrano è stata fatta dimettere dal timone del Paese, con il referendum del 4 dicembre 2016 che è stato la voce liberatoria degli oppressi verso una politica sempre più distante dalle istanze dei cittadini. Sarà poi uno scherzo del destino se Gentiloni è un grande fautore della cessione di sovranità italiana all’Europa: verrebbe da dire come “il popolo li ha sconfitti e ora gli levano il diritto di scegliere le sorti del proprio Paese”. Si apre la strada a un destino dell’Italia deciso da altri, in altre parole quei poteri sovrannazionali, quelle lobby, quei finanziatori e quegli speculatori che da tempo hanno messo gli occhi sulla nostra Terra: politiche a vantaggio di quelle realtà “competitors” e a svantaggio di noi italiani… quelle forze sostenitrici del “SI” – nazionali e internazionali – che riprendono il timone del Paese nonostante la sconfitta e la bocciatura presa dai cittadini italiani.
Non è solo l’assetto economico pensato da Gentiloni a preoccupare, ma anche i suoi trascorsi nelle politiche estere: non va dimenticata la vicenda del riscatto di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. L’Italia fu complice in quell’occasione di due ragazze che portarono armamenti e soccorsi ai rivoltosi del fronte siriano, invece reale aiuto verso i disperati del posto… visti i trascorsi molte remore verso l’attuale incarico di Gentiloni sono giustificate, specie poi se ci proiettiamo con la mente in un suo ipotetico governo che può rimettere in luce queste ingenuità diplomatiche.
Gentiloni non è Renzi e forse solo la corrente politica li accomuna: Matteo è un instancabile giocatore d’azzardo per vincere, Paolo manca di personalità e ha idee autolesioniste. L’incarico è stato affidato a un personaggio anonimo e senza carisma, con visioni preoccupanti per l’Italia e che potrebbero minare brutalmente i nostri interessi. Mattarella ha riconfermato un sistema bocciato dal popolo, negando per l’ennesima volta – in questi anni – la saggia decisione delle urne e quindi del voto: il futuro appare ostico e il personaggio cui è stata affidata la composizione del governo non promette bene… Il Presidente della Repubblica ha peccato di sostegno e fiducia al Partito Democratico!