E’ da paese civile dimezzare il vitalizio anche a chi sta combattendo contro un cancro? Ecco qualche riflessione sulla vicenda dei vitalizi che rischia di farci perdere quei valori fondanti della politica stessa.
A cura di Giorgio La Porta – Se sapessimo che ad un malato di cancro in gravi condizioni venisse dimezzata la pensione probabilmente saremmo tutti in piazza a protestare. Se invece venissimo a scoprire che questo malato fosse altresi’ un ex deputato allora molti cambierebbero opinione e vomiterebbero fuori il peggio…
Leggo dal Corriere che un ‘vecchio’ avversario dei DS, Franco Grillini è ridotto male per colpa di un mieloma e che oltretutto il suo vitalizio verrà dimezzato a seguito della riforma grillina.
Franco è stato per almeno una legislatura il mio bersaglio preferito, lui presidente dell’Arcigay e io giovane addetto stampa alla Camera di Alleanza Nazionale. Ogni giorno i miei comunicati pro famiglia erano una goccia incessante e le sue risposte erano sempre puntuali e sincere.
Un giorno lo fermai in Transatlantico e mi presentai dicendogli chi fossi e che in tutte quelle bombe quotidiane non ci fosse mai nulla di personale. Lui mi rispose ‘Cazzo, sei forte’. Poi andammo a bere un caffè e diventammo avversari ancora più leali ma anche un po’ amici. Non arretrai di un solo centimetro nelle mie battaglie, ma avere dall’altra parte un avversario del genere era senza dubbio un onore.
Oggi leggo questa notizia e penso: è così normale che una riforma anche condivisibile possa essere così cieca da non fermarsi neanche di fronte ad una malattia così grave e brutta?
Siamo così ciechi da non avere neanche più pietà per i malati? Non so quanto la riforma dei vitalizi sia legale e corretta sotto il profilo costituzionale ma non è questo l’argomento del mio articolo. Nel palazzo ho trascorso 13 anni e ho visto come ogni taglio fatto ai cosiddetti ‘privilegi’ della casta (soprattutto dei dipendenti) sia stato poi puntualmente bocciato da questo o quel tribunale e come il palazzo abbia dovuto poi restituire anche gli arretrati.
Non sto e non voglio parlare di questo. Sto guardando oltre, sto pensando ad un malato che sta facendo una corsa contro il tempo e che rischia di non vedere la sentenza definitiva di un ricorso che durerà anni.
Siamo uomini o ragionieri? Facciamo politica o dobbiamo solo occuparci di far tornare i conti?
No, di fronte ad una malattia penso che i numeri passino in secondo piano. Non svuotiamo la politica dei valori umani altrimenti non sarà più la stessa. Non scrivo per difendere un avversario ma per difendere un modo di pensare, di essere, di esistere. Senza umanità la politica non è tale e se qualcuno la svuoterà ulteriormente non avremo più nulla da combattere perché verranno meno i motivi che ci portano a combattere. Ovviamente forza Franco!