A cura di Francesco Zanotti.
In tema fiscale ogni schieramento ha la sua teoria: a sinistra molti credono che sia lo Stato a dover ridistribuire le risorse dei cittadini, i 5 stelle parlano di abbassare le tasse e ci propongono un reddito di cittadinanza il cui nome vero dovrebbe essere “stangata fiscale”; bisogna cercare quindi nel centrodestra figure che, nel solco del vero liberismo conservatore e thatcheriano (non quello sregolato, eurocratico e globalista), hanno fiducia nella capacitá dei cittadini di investire ciò che guadagnano. La crescita infatti, non è un mistero, dipende molto dalla possibilità che chi lavora e guadagna ha di utilizzare le proprie risorse senza che lo Stato gliele porti via tutte in nome di una redistribuzione troppo spesso inefficiente. A proporre per la prima volta in Italia la Flat Tax fu Forza Italia nel programma liberista del 1994, oggi oltre agli azzurri la proposta piace a tutta la possibile coalizione di centrodestra. Ma cosa è la Flat Tax? Si tratta di una unica aliquota valida per tutti, che sostituirebbe le varie aliquote oggi esistenti e oscillerebbe tra il 15% e il 20% (ogni schieramento propone una percentuale diversa in base ai calcoli che ha fatto). Porterebbe a una trasformazione netta del sistema fiscale, che passerebbe da progressivo (con fasce di reddito) a proporzionale. Questo significherebbe una grande semplificazione, oltre a un disincentivo all’evasione fiscale (i sistemi semplici sono i più difficili da sgarrare). Sorge spontanea una domanda: ma i soldi per farlo ci sono? In verità basta riprendere le teorie di Laffer, che con sua Curva ci raccontò che esiste un momento in cui alzando le tasse il gettito fiscale diminuisce per l’aumento dell’evasione e la diminuzione delle risorse disponibili ai cittadini (se la pressione fiscale fosse per assurdo al 100% il ricavo delle tasse sarebbe pari a zero perché nessuno avrebbe convenienza a lavorare), situazione invertibile solo con l’abbassamento del cuneo fiscale. Questa non è solo teoria ovviamente, è stato anche il fulcro dell’azione politica di Ronald Reagan (la cosiddetta Reaganomics) che riuscì a far aumentare il gettito fiscale abbassando le tasse e rendendo il sistema efficiente. Non è forse la Flat Tax al centro della politica fiscale di The Donald anche ai giorni nostri? Non è forse sulla Flat Tax che si basa la convenienza di molti a portare i capitali nei paradisi fiscali? Gli unici veri ostacoli contro questo tipo di tassazione in Italia sono una spesa pubblica folle, mal gestita e mai ottimizzata e i mille vincoli europei, che non permettono ad un governo sovrano di muoversi di un passo se prima non ha trovato le famigerate “coperture”. Come spiega Armando Siri però, non siamo solo in crisi, siamo anche in una stagnazione del sistema, e senza muovere le acque uscire dalla palude sará molto difficile. Che sia il tema fiscale un punto di partenza per far ragionare quanti nel centrodestra nicchiano sull’opportunitá di prendere le distanze dall’eurocrazia di Bruxelles? Non è mai troppo tardi per cambiare idea, tranne quando non si riescono a fermare le derive sinistre di un paese.