Nella nostra mente sarà sempre vivo il ricordo del più importante furto d’arte della storia, riconducibile alla nostra amata Italia; correva l’anno 1911 e l’imbianchino Vincenzo Peruggia da Firenze, spinto dall’amore per l’arte e dal suo spirito patriottico, decise di incidere il suo nome nella storia rubando nientemeno che la Gioconda di Leonardo da Vinci, prelevandola dal Museo del Louvre.
Un’altro fatto che ha segnato, in negativo, la storia dell’arte italiana, è senza dubbio il furto della Natività del Caravaggio, opera trafugata nella notte fra il 16 e il 17 Ottobre del 1969, dalle sale dell’Oratorio San Lorenzo di Palermo, che lo aveva ospitato per 360 anni. L’opera di Michelangelo Merisi, il cui valore di mercato si aggirerebbe intorno ai 30 milioni di euro, è inserita nella lista dei 10 capolavori più ricercati dalle polizie di tutto il mondo.
Fortunatamente non eravamo più abituati a sentir parlare di furti legati al mondo dell’arte, ma proprio qualche giorno fa, esattamente la sera del 19 Novembre, tre professionisti, due dei quali armati, hanno fatto irruzione nel Museo Civico di Castelvecchio, uno dei siti pù rilevanti nella città di Verona, ospitante opere di arte antica e medievale. I tre ladri, molto probabilmente hanno agito su commissione – sono opere troppo importanti per essere rivendute -, ed hanno prelevato una discreta quantità di opere, ben 17. Il valore di tali dipinti, tra cui riscontriamo opere del Tintoretto, Mantegna, Pisanello e Rubens, ammonta a circa 15 milioni di euro. Delle opere trafugate, quattro sono realmente degne di nota: La Madonna della quaglie del Pisanello, San Girolamo penitente del Bellini, la Sacra Famiglia con una Santa del Mantegna e il Ritratto di giovane con disegno infantile di Giovanni Francesco Caroto.
E’ naturale che ora incalzino le polemiche, in particolar modo riguardo i sistemi di sorveglianza; è evidente che, quando un museo viene depredato di ben 17 dipinti, il sistema presente è assolutamente precario. In linea con il pensiero del noto Critico d’Arte Vittorio Sgarbi credo che la questione abbia dell’incredibile. Certi musei, custodi di patrimoni dall’immenso valore storico-culturale, DEVONO essere dotati di allarmi, videocamere e soprattutto guardie che non così facilmente si possono mettere fuori gioco. Di ogni museo si dovrebbero individuare i punti deboli e predisporre guardie armate a controllo in particolare durante le ore di chiusura.
Ovviamente ciò che è accaduto non rigurda esclusivamente Verona, ma bensì la nazione intera. Una grave ferita è stata inferta al nostro patrimonio artistico, alcune delle opere trafugate sono altissime testimonianze delle evoluzioni che l’arte ha conosciuto nel corso dei secoli. Quello che ci fa più male, è l’apparente assenza da parte delle Istituzioni, in primis del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, il quale si è limitato ad un misero tweet di riferimento all’accaduto. Un evento del genere, che rappresenta uno dei più grandi furti d’arte nella storia dell’arte italiana, dovrebbe stimolare un dibattito non di poco conto, in particolare riguardo alla salvaguardia del nostro Patrimonio. Al contrario, il messaggio che passa, attraverso questa scarsa copertura mediatica, è ancora una volta la sensazione che il nostro paese si interessi poco alla cultura, quando invece dovrebbe essere sempre al centro dell’attenzione, perchè è proprio grazie ad essa se oggi possiamo ancora considerarci “Il bel Paese”.
Nei nostri cuori regna la speranza che tali opere possano tornare al loro posto, nonostante la consapevolezza della difficoltà di tale operazione. L’arte è il cuore pulsante dell’Italia, fa muovere milioni di persone e genera emozioni sempre nuove. Non permettiamo a nessuno di portarcela via!