Da 8 mesi a questa parte, la direzione della Galleria è stata assegnata – attraverso la riforma Franceschini – al tedesco Eike Schmidt, primo straniero a ricoprire questo importantissimo ruolo nella storia degli Uffizi.
Storico dell’Arte ed esperto di Arte Fiorentina di fama internazionale, Schimdt sta già lasciando il segno nella storia di questo Museo. Tra gli interventi più significativi – oggetto di discussione proprio in questi giorni – c’è la volontà di aprire il Corridoio Vasariano (che collega la Galleria a Palazzo Pitti) al pubblico.
Da vent’anni si protrae il dibattito sull’opportunità di aprire al pubblico il Corridoio Vasariano. Contrariamente a ciò che pensano personaggi di spiccata rilevanza come gli ex direttori degli Uffizi Anna Maria Petrioli Tofani e Antonio Natali, l’ex soprintendente Cristina Acidini e l’ex direttrice della Galleria dell’Accademia Franca Falletti, il direttore Schmidt – con il benestare del Ministro del Mibact – ha intenzione di portare a compimento l’obiettivo che si è prefissato.
I vantaggi della sua proposta sono ovviamente molteplici:
In primo luogo bisogna pensare alla celeberrima collezione di ritratti (iniziata dal Cardinal Leopoldo de Medici) che, dal 1973, viene ospitata nel Vasariano. L’idea è quella di riportare i dipinti nella loro collocazione originale, ovvero nella Sala dei Pittori della Galleria, in modo tale da poter guadagnare del tempo per la loro fruizione – oggi limitato a tre quarti d’ora – e poter godere maggiormente della loro bellezza.
Inoltre, permettere a chi lo desidera di visitare la Galleria degli Uffizi e Palazzo Pitti passando dal Corridoio Vasariano, consente di equilibrare i flussi turistici smistandoli sule due sponde dell’Arno e di valorizzare il complesso di Palazzo Pitti, ora meno conosciuto.
Fondamentale è anche la decisione di ridurre drasticamente il costo del biglietto (attualmente intorno ai 45€) che consente l’ingresso al Vasariano, rendendolo pari a quello di qualsiasi altro Museo Italiano.
Ovviamente anche le preoccupazioni e le critiche sono tante e non da sottovalutare.
Ad esempio preoccupa il fattore dell’ingente peso che il Corridoio dovrebbe sostenere al passaggio dei milioni di turisti che lo attraverserebbero; tale teoria è stata subito smontata da Schmidt e dal team di architetti che sta lavorando al progetto, i quali sostengono che il peso non creerebbe problemi particolari, in quanto non essendoci più i quadri, la gente stazionerebbe assai meno rispetto ad oggi.
Un altro problema sollevato è quello del guardaroba, in quanto i turisti intenzionati ad attraversare il corridoio, lasciando le proprie cose alla Galleria ed uscendo poi a Palazzo Pitti, dovrebbero tornare indietro a ritirarle. Questo problema secondo il direttore non sussiste, dato che, chiunque non volesse fare il percorso portando con sé i propri “viveri”, eviterebbe di pagare il biglietto per il Corridoio, raggiungendo Palazzo Pitti passando da fuori.
Senza dubbio il raggiungimento di tale obiettivo da parte di Schmidt porterebbe grandi vantaggi alla città di Firenze, recandogli ancora più lustro e magnificenza. Questa è, senza dubbio, una opportunità da non perdere, soprattutto a livello turistico, in quanto del Corridoio rimarrà solo l’affaccio sulla città, sulla collina e sul fiume, di cui il pubblico potrà godere nel pieno rispetto dello spirito con cui il patrimonio venne donato alla città.