Il Consigliere regionale della Toscana, Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia, lancia la proposta di legge per fermare il business delle coop sull’immigrazione. Lo abbiamo intervistato per conoscere questa sua proposta
L’immigrazione per alcuni è una grande occasione economica. L’affare del secolo. Non a caso le cooperative sociali si occupano sempre meno di anziani e disabili e si concentrano tutte nell’accoglienza dei richiedenti asilo. Il Governo Renzi stesso ha quantificato nello scorso Documento Programmatico di Bilancio i costi dell’accoglienza in circa 4 miliardi di euro per il 2016. Ogni settimana i media ci raccontano di una nuova inchiesta giudiziaria intorno ad appalti o ai centri che ospitano queste persone. Noi pensiamo che per restituire una dimensione adeguata al problema, occorra innanzi tutto riportarlo su binari di legalità: la nostra legge propone semplicemente di inserire l’obbligo, per le cooperative e tutti gli altri soggetti coinvolti, di rendicontare le spese sostenute per l’accoglienza, come accade per qualsiasi altro settore in cui un qualsiasi soggetto privato ottiene finanziamenti pubblici. Siamo convinti che fermando il business riusciremo anche a limitare il fenomeno degli sbarchi incontrollati.
Perché è così facile ottenere soldi pubblici per i soggetti coinvolti nell’accoglienza? E come mai non ci sono obblighi di rendicontazione come in qualsiasi altra azienda privata?
Semplicemente perché la legge non lo prevede e forse a molti ha fatto comodo che il sistema rimanesse questo. Il nostro quadro normativo in materia è ancora incentrato sull’emergenza sbarchi dall’Albania del 1995. Il governo di allora emanò in fretta e in furia un decreto che poi è diventato legge. E tutte le normative successive, fino all’ultima del 2015, si rifanno a quella legge. Obbligati ad inviare una “dettagliata relazione sulle attività svolte e sulle spese sostenute” sono soltanto gli enti locali che ottengono rimborsi per far fronte allo stato di emergenza, ma non i soggetti privati. Tant’è che i bandi delle prefetture per l’accoglienza non prevedono la richiesta di scontrini, fatture o eventuali altre spese.
In un clima così “infuocato” in merito alla politica dell’accoglienza, come crede possa reagire l’opinione pubblica di fronte a una possibile approvazione?
Al di là della “taglia business”, l’Italia come dovrebbe gestire il fenomeno immigrazione?
Ormai tutti hanno capito che in Italia si può arrivare ed essere accolti anche senza il diritto dello status di richiedente asilo. In questo modo anche i terroristi dell’Isis possono arrivare in Italia infiltrandosi sui barconi, come dicono da tempo i servizi segreti di molte nazioni. Io credo che questo governo si stia prendendo gravi responsabilità da questo punto di vista, mettendo in grave pericolo il popolo italiano. Dobbiamo fermare subito gli sbarchi e mettere un blocco navale al largo delle coste libiche, cosa che peraltro stanno già facendo altri stati europei in altri contesti. E poi dobbiamo espatriare chi non ha diritto a stare in Italia, cominciando da chi non rispetta le nostre regole. Ogni giorno arrivano notizie sconcertanti: a Brescia, solo per citare uno degli ultimi casi, tre richiedenti asilo, mantenuti in case comunali, sono stati arrestati per lo stupro di una ragazza di ventidue anni. Questi soggetti in Italia non li vogliamo, devono scontare la pena nelle galere del
Pakistan. Spendiamo in nostri soldi per aiutare gli italiani onesti che non arrivano alla fine del mese, anziché mantenere gli stupratori pakistani. Credo che regole più chiare e severe gioverebbero alle stesse persone oneste e perbene che ci sono fra gli immigrati.