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DI MAIO SI DIMETTE. IMPLODE IL 5 STELLE, ADESSO COMANDA IL PD.

fuga dal Movimento 5 stelle: Di Maio si dimette

Foto a cura di news1.news

E’ fuga dalla nave che affonda dopo le dimissioni del Capo politico del Movimento. Ora il PD comanda da solo.

Il Governo non è mai stato così debole e gli basterebbe un raffreddore per lasciarci le penne. E non un raffreddore ma una polmonite cronica potrebbe arrivare dal voto di domenica in Calabria ed Emilia. In Calabria, infatti, il Movimento 5 stelle vinse a mani basse tutti i collegi, mentre oggi il candidato governatore viene dato in posizioni irrilevanti. In Emilia Romagna un elettore su 4 votava per Grillo, mentre per ora è fuga assoluta dal movimento del Vaffa day.

Dimettendosi prima, Di Maio non dovrà prendersi la responsabilità delle pesanti sconfitte di domenica prossima e dalla base ci si domanda se il Movimento 5 Stelle sarà in grado di risollevarsi dopo le dimissioni del suo leader.

Dimissioni che formalmente non sono mai state chieste da nessuno. Anzi, ora che Di Maio governa con il Pd è improvvisamente diventato simpatico a certa stampa. Per non parlare poi di Conte che il giorno prima veniva definito nell’Europarlamento ‘una marionetta’ e in 24 ore divenne uno statista.

Ma gli effetti speciali stanno finendo e l’opposizione conta oltre il 50% in tutti i sondaggi di carattere nazionale.

È un 8 settembre nel Movimento 5 stelle e tutti coloro che in qualche modo venivano garantiti da Luigi Di Maio ora non hanno più motivo per restare. Venendo meno il leader, decadranno anche tutte le sue promesse ai fedelissimi. Cosa si apre nei prossimi giorni è uno scenario imprevedibile. L’idea che i fuoriusciti possano confluire in uno o più gruppi è altamente probabile. Più di qualcuno aderirà a partiti già esistenti in modo da non dover più versare quote e cercando almeno una ricandidatura che Di Maio non può più offrire.

Comunque vada, il Movimento 5 Stelle ne esce con le ossa rotte. Il problema è che ad approfittare di questa debolezza sarà il Pd che sa che tutta la classe dirigente grillina oggi ha ancora più paura delle elezioni e dunque potrà dettare l’agenda politica del governo. O votate quello che vi diciamo o andiamo tutti a casa, ma mentre noi abbiamo un partito e veniamo rieletti, mentre voi tornate a lavorare…

C’è solo una maniera per farli smettere di soffrire: far cadere Emilia Romagna e Calabria domenica sera e andare lunedì mattina al Quirinale, di corsa, senza passare dal via.

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