All’inizio dell’estate, i cittadini britannici ci hanno dato un bello scossone (per alcuni un vero e proprio terremoto): la Brexit.
In Ungheria, Orban è saldo al potere e in Austria si rivoterà per le Presidenziali, perché il ricorso dell’ultranazionalista Hofer è stato accettato dalla Corte Costituzionale; forse, dunque, qualcosa di strano c’era stato davvero in quel contestatissimo “voto per posta”.
Negli USA, ha vinto Trump e stiamo assistendo a scene di delirio puro: in soli tre giorni, la più grande democrazia dell’Occidente è diventata un girone dell’Inferno. Improvvisamente e, oserei dire, quasi per magia, si sono tutti accorti che dalla California al Texas esiste un muro, eretto per controllare la frontiera che, però, non è lì da ieri ma fu, anzi, inaugurato sotto la Presidenza Clinton nei primi anni 90 e prolungato per alcune centinaia di miglia anche sotto la Presidenza Obama. Hanno tutti improvvisamente dimenticato che quelle bombe che in Siria hanno distrutto Aleppo, fatto centinaia di vittime e mai arrestato l’avanzata dell’Isis (per quello è servito l’esercito di Assad), sono state finanziate dagli amici di Obama e di Hilary che, per altro, per la sua campagna elettorale ha ricevuto fondi da una lunga (e scomoda) lista di donatori: dall’Arabia Saudita (paese democratico per antonomasia…) al sultanato dell’Oman, passando dal Qatar per arrivare a giganti della finanza come Goldman Sachs e Barclays. Non lo hanno nemmeno ascoltato, Trump. Fa davvero troppa paura la sua lontananza da quei poteri forti che fino ad oggi hanno mosso i popoli come tanti piccoli carrarmatini in una partita di Risiko. Quel Donald Trump che rappresenta il sogno americano, che guarda alla Russia di Putin come un possibile alleato e non come un nemico, che cerca soluzioni comuni per il Medio Oriente. Trump il sessista che, però, non è stato mai trovato con l’amante nello studio ovale, una ragazza poco più che ventenne esposta al pubblico ludibrio per due generazioni. Eh sì, è stato un brutto colpo per i tanti sepolcri imbiancati che impartiscono lezioni di moralità ma tengono chiusi a chiave nel cassetto i patti che hanno stretto con il diavolo.
L’elezione in Bulgaria e Moldavia dei due candidati filo-russi, vicini a Putin, è stato un altro duro colpo per questo establishment che comincia a vacillare.
Il Vecchio Continente scricchiola. Finalmente, questa unione di banche ed usurai tanto lontana dall’Europa dei Popoli che abbiamo sognato e per cui abbiamo combattuto sembra sgretolarsi un granello per volta, davanti alle facce attonite dei vari Schulz e Junker del caso.
Che anno, il 2016! La Rivoluzione è come il vento… e forse, presto, vi spazzerà via, per far sorgere una nuova alba.