-a cura di Luca Proietti Scorsoni- Continuiamo il nostro viaggio nel mondo della cultura – o per meglio dire – delle culture di Destra, specie per quel che concerne gli spazi dove si generano e diffondono idee e progettualità. In un precedente articolo ho menzionato tutte quelle riviste cartacee che accompagnarono, oltre a facilitare, la genesi del centrodestra italiano intesa sia in termini strettamente partitici che in un’accezione più propriamente comunitaria. Devo dire che a rileggerlo il pezzo, più che un semplice corsivo, mi è sembrato la riproposizione di un’epopea nella quale, come in tutte le narrazioni corali di spessore, figurano personaggi che senza problemi possono definirsi mitici, caratterizzati cioè da una notevole caratura morale nonché intellettuale. Ebbene, sempre sullo stesso filone, ora tenterò di rammentare altri laboratori cartacei dove gli ideali e le storie vengono letteralmente impresse su carta. Parlo naturalmente delle case editrici. In particolar modo, per facilitare il seguente lavoro di ricerca, illustrerò quelle dedite prevalentemente alle pubblicazioni di scienza politica. Del resto se un quotidiano, o un periodico, di analisi ha il compito di stimolare il dibattito su molteplici tematiche è pur vero che, per tentare di raccogliere la polpa degli argomenti, non vi è nulla di migliore che un saggio ben fatto. Leggere, studiare, approfondire: a distanza di secoli rimangono i tre infiniti chiave per meglio orientarsi nella realtà multiforme che avvolge il nostro vivere. Il viaggio che mi accingo a compiere si snoderà lungo tutto lo Stivale, attraverserà piccoli borghi e si soffermerà perfino sulla provincia profonda e profondamente rossa. Come quella di Macerata dove sin dal lontano 1986 opera in maniera più che eccellente la Liberilibri di Aldo Canovari. Uno scrigno letterario dove viene custodito e valorizzato il pensiero libertario contemporaneo: oserei scrivere un editore di nicchia ma, anche se fosse, dentro questo virtuale ed esiguo spazio si cela un mondo immenso contaminato da garantismo, sussidiarietà, antistatalismo, giustizia sociale, mercato, individualismo. E libertà, certo. Basti pensare che proprio qui, lungo Corso Cavour, sono stati pubblicati e fatti conoscere al pubblico italiano gli scritti di Rand, Rothbard, Novak e di molti altri. Insomma, la summa della dottrina liberale. Il prosieguo del cammino ci conduce nel profondo Sud, presso Soveria Mannelli, nella provincia catanzarese, lo stesso comune dove un certo Giordano Bruno Guerri, anni addietro, guidò l’assessorato alla cultura, per l’occasione ribattezzato come “Assessorato al Dissolvimento dell’Ovvio”. Ma perché parlo di tale luogo? Facile: qui sorge la Rubbettino, una casa editrice coraggiosa, emblema di un meridione aperto all’iniziativa privata senza compromessi con i poteri statali, un storia di imprenditoria da tramandare alle nuove generazioni. Grazie alla Rubbettino personalità come Dario Antiseri, Lorenzo Infantino, Massimo Baldini e Sergio Ricossa hanno potuto veicolare le loro idee presso un pubblico sempre più ampio e voglioso di conoscere i precetti della dottrina liberale. Che in fondo è quello che sta accadendo anche con un’altra casa editrice, decisamente più giovane, ovvero l’IBL Libri. In pratica la sezione editoriale del noto think thank piemontese fondato in ricordo del professor Bruno Leoni. Il catalogo, anche in questo caso, è molto ampio e va dai classici del pensiero liberale come Bastiat e Jefferson fino ad opere più recenti come quelle di Minogue, Mingardi, Coase e Forte. Altra officina del pensiero indipendente è la Leonardo Facco, attiva nel bergamasco. Qui l’offerta culturale non presenta di certo compromessi. Tale certezza deriva dal fatto che il fondatore della casa editrice è anche guida del movimento libertario italiano. Tradotto: roba forte per stomaci usi a digerire sbobbe concettuali prodotte dallo statalismo selvaggio. A questo panorama di libertà e cellulosa è d’obbligo aggiungere la piccola ma volitiva “Nuove Idee” orientata prevalentemente verso sensibilità maggiormente identitarie e la Lindau di Torino che ha il grande merito di aver sdoganato in Italia pensatori di grosso calibro quali il filosofo francese Alain Finkielkraut e il sudamericano Alvaro Vargas Llosa figlio del più famoso Mario, premio Nobel per la letteratura. Mi avvio al termine del mio contributo soffermandomi paradossalmente sugli albori, ovvero su di una storica casa editrice, diciamo così, non allineata al pensiero dominante. Parlo della Vallecchi di Firenze. Il nome di questa casa editrice rimanda a suggestioni letterarie epiche, grazie alle quali riaffiorano i nomi di grandi personalità quali Giovanni Papini e Curzio Malaparte. Concludo citando l’editore Settimo Sigillo la cui filosofia è quella di tenere viva la tradizione di un certo mondo politico e culturale che, in maniera semplicistica, potremmo classificare di Destra radicale o antagonista. Ordunque, in conclusione di questo breve resoconto dell’editoria di Destra in Italia, le considerazioni da fare sono di fatto legate ad un presenza ancora viva e vitale – a differenza delle riviste di area – di un microcosmo costituito da personaggi indubbiamente coraggiosi e animati da un sincero spirito anticonformista e perfino elitario, seppur nel significato nobile e non classista del termine. Nonostante la crisi del mercato editoriale, nonostante le idee non certamente popolari che vengono diffuse, nonostante le difficoltà insite in questo periodo di crisi generalizzata gli editori sopra menzionati continuano a navigare imperterriti nelle acque turbolenti del mondo della cultura.
Mi preme fare un invito a te che sei giunto fino a questo punto: prendi possesso di un volume stampato dalle realtà liberal-editoriali citate. Solo dopo una copiosa nuotata in questo arcipelago fatta di pagine, liberalismo e identità potrai dire con maggiore contezza: “Si, sono di Destra!”