– a cura di Giovanni Russo – “Chiamo a raccolta le forze migliori e i giovani: la crisi della città di Napoli e grave”. Con queste parole Antonio Bassolino ha ufficializzato, poco tempo fa, la sua candidatura a Sindaco di Napoli. No, non c’è il PCI di Berlinguer, non siamo nel ’93, anno della sua prima discesa in campo, né nei giorni caldi del ’98 quando era Ministro del Lavoro che seguirono l’omicidio di Massimo D’Antona, e neanche nel 2010 al termine dei suoi due mandati da Presidente della Regione Campania: siamo nel 2016 e Antonio Bassolino è di nuovo in campo con una dichiarazione ufficiale sui social che non contempla l’acronimo “PD”: “Mi candido per unire ed essere il Sindaco di tutti i Napoletani”. Dichiarazione che a Renzi deve aver fatto “fischiare” , e non poco, le orecchie, neanche poche ore dopo l’annuncio dell’ex sindaco, infatti, da Roma fonti del Nazareno fanno filtrare una lapidaria anche se anonima certezza. Bassolino non è il nostro nome, fa sapere la segreteria nazionale PD, rinviando anche la data delle primarie. All’alba della sua seconda vita pubblica, e nonostante l’avversione romana per “le vecchie storie, e i conti in sospeso di Napoli”, Antonio Bassolino è così di nuovo in campo. Le prossime amministrative primaverili all’ombra del Vesuvio vedranno almeno nel centrosinistra, un Bassolino contro tutti, ma aspetto molto più interessante, aspettando la notizia, per ora ufficiosa, della conversione di tutte le espressioni del centrodestra sul nome dell’ex candidato Sindaco Lettieri, è l’effetto “smentita metrica” in casa PD. Se cinquecento metri in linea d’aria non sono una grande distanza, per il PD rappresentano una distanza siderale, come tra la Terra e Marte. Cinquecento metri, tanto sono lontane tra loro la sede del Pd di Napoli e quella del PD Campania. Cinquecento metri che scavano un fossato di incomunicabilità: la prima comunica, la seconda scomunica la prima e viceversa, con la ciliegina sulla torta di Ncd che con il suo Coordinatore Regionale, Gioacchino Alfano, si diverte al gioco delle primarie di coalizione. Chi ci capisce è bravo. Smentita su smentita, il PD non smentisce se stesso in ciò che gli riesce meglio: fabbricarsi da solo le mine che poi non riesce a disinnescare. A cominciare proprio dall’autocandidatura di Antonio Bassolino. L’unico dato certo è che c’è un fantasma che si aggira nella Campania del 2016: l’Eterno Ritorno. Fin troppo facile fare due più due, Napoli e la Campania appaiono ibernate, non basterà il riproporsi di leader già sperimentati per fare della Regione una sorta di municipio salernitano dilatato o di palazzo San Giacomo il teatro di un revival. De Luca, Bassolino, De Magistris, Lettieri, l’incognita del M5S : vecchie volpi, giovani leoni, figli della Rete, leader dall’antico pedigree o impavidi scugnizzi: tutti i personaggi del 2016 sembrano destinati alla ricerca affannosa di un autore.