A Bologna la Giunta di sinistra ha appena annunciato pesanti rincari sulla sosta, che arrivano a un +62,5%, e sui biglietti degli autobus, del 53,3%. Si tratta di aumento straordinario, che porta il costo della sosta sulle strisce blu a prezzi superiori a quelli di Milano* (trovate gli aumenti nel dettaglio in fondo all’articolo). Anche lo stesso biglietto dell’autobus andrà a costare più di quello della metropolitana di Milano, nonostante l’evidente differenza tra i servizi.
La petizione online lanciata per chiedere lo stop agli aumenti
È l’ennesima misura presa dal Partito Democratico contro le automobili e coloro che le utilizzano – in quella che di fatto è una guerra contro lo stesso diritto alla libertà di circolazione. A questo, la Giunta ha aggiunto l’annuncio del divieto di ingresso nel centro delle auto ibride, fino a ora consentito.
La misura più nota è la Città 30, su cui la sinistra bolognese ha investito circa 24 milioni di euro. Una misura di fatto disinnescata dal Decreto Salvini, che ha vietato l’installazione degli autovelox in strade con limiti ai 50 km/h e ha ribadito i limiti stringenti nell’applicazione di limiti inferiori ai 50 km/h. Per un limite inferiore, infatti, sono necessarie condizioni particolari di oggettiva opportunità, come la presenza di strade, ospedali, chiese o altri luoghi sensibili e di aggregazione.
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Non a caso, dall’emanazione dei relativi atti i controlli sulle strade ai 30 km/h sono praticamente scomparsi. Si tratta a tutti gli effetti di una misura prima di tutto ideologica, annunciata con lo scopo di limitare l’inquinamento – non provato – e di salvare vite, fine rispetto al quale a oggi non ci sono reali dati per esprimersi, poiché visti i dati tendenzialmente decrescenti non sono stati prodotti a oggi studi scientifici che attestino come la Città 30 costituisca un fattore determinante nel caso degli incidenti, questo alla luce anche del fatto che la misura, a oggi, non è applicata o fatta rispettare con controlli. A Bologna si va mediamente più piano dei 30 km/h per via dell’enorme mole dei cantieri che limita pesantemente la circolazione.
Tuttavia, la Giunta si è spesa molto in misure atte a limitare la circolazione: il restringimento delle corsie, la diminuzione di corsie per carreggiata, l’introduzione di numerosi imbuti nei pressi di rotonde molto trafficate, la sperimentazione di clessidre (annunciate dalla Giunta) in strade molto utilizzate, l’installazione di autovelox anche in strade molto utilizzate da automobili ma poco da pedoni.
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Nella stessa direzione, arrivano anche gli aumenti legati alla sosta. Quella che la sinistra di Bologna ha posto in atto, analogamente a quanto accade in diverse altre città a guida PD, è una guerra verso tutti coloro che per necessità utilizzano l’automobile, solitamente per motivi di lavoro o familiari. Si colpiscono famiglie e lavoratori. Spesso, purtroppo, misure come questa hanno un carattere fortemente classista, perché vanno a pesare molto di più sulle tasche di chi ha meno capacità economica e si trova messo alle strette da una Giunta di sinistra che a parole vorrebbe sostenere i soggetti economicamente più fragili. La guerra ideologica di Lepore prosegue.
Resta da vedere all’orizzonte se i cittadini bolognesi – storicamente per la maggioranza di sinistra – partendo da coloro che lavorano e hanno famiglia e per necessità utilizzano l’automobile, continueranno ad accettare questa guerriglia alla loro vita quotidiana o se alle prossime elezioni decideranno di dare una svolta alla propria città.
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Qui il comunicato ufficiale del Comune di Bologna
[*] A Milano è previsto anche un costo aggiuntivo per entrare delle diverse aree della città. A Bologna al momento questo è previsto per l’ingresso nella ZTL, in centro. Tuttavia, la Giunta ha annunciato da tempo la volontà di arrivare a una zonizzazione della città che ripercorre le orme di Milano, limitando l’accesso in larga parte della città o sottoponendolo a ulteriori costi, la cd. ZTL verde. Si tratterebbe di una misura in favore dell’ambiente nelle intenzioni di chi la annuncia, quando in realtà, di fatto, sarebbe l’ennesima misura classista che taglia fuori le classi sociali con meno capacità economiche, che saranno costrette a sacrificare l’uso dell’automobile o a centellinarlo.
[**] 290€ è il prezzo indicato dal Comune nel suo comunicato stampa. In realtà il costo è 310€, ma il Comune riconosce a questa fascia di popolazione un bonus di 20€ da richiedere.
Si noti come il Sindaco, invece che istituire un prezzo di partenza più basso, fatto che avrebbe snellito significativamente la burocrazia, ha preferito alzarlo e inserire poi un bonus, da elargire ai cittadini chiamati a prostrarsi simbolicamente davanti a lui con la mano tesa. Si tratta di una scelta simbolica forte, derivante da uno sguardo che vede i cittadini più come sudditi che devono obbedire.