Vittoria di Stefano Puzzer: il Tar del Lazio annulla il provvedimento di allontanamento da Roma per un anno e condanna il Ministero al pagamento delle spese processuali. Chi aveva ragione?

A cura di Giorgio La Porta – Ricordo bene quel giorno in Piazza del Popolo perché ero lì con Stefano Puzzer a raccontare in diretta quella manifestazione spontanea. Con un semplice passaparola su whatsapp e una diretta dalla sua pagina, centinaia di persone hanno avuto modo di sapere dell’iniziativa e precipitarsi in piazza. Quel giorno Stefano Puzzer iniziò la mattinata regalando rose ai passanti, proprio per dimostrare quanto la sua voglia di manifestare fosse non violenta e assolutamente pacifica. Non bastò: venne convocato in questura dove gli fu notificato un Daspo, ovvero un divieto di ingresso nel territorio del Comune di Roma della durata di 12 mesi.

La notizia arriva in serata nel giorno della fine dell’emergenza sanitaria. Non si sa se sia un caso o un segno del destino: la cosa importante è che quel provvedimento fosse ingiusto e ingiustificabile e milioni di italiani abbiano protestato energicamente in tutti questi mesi.

Poche voci di politici e rappresentanti del popolo si sono fatte sentire in questi mesi, come se dare un provvedimento così forte nei confronti di chi distribuisce rose sia qualcosa degno di una moderna democrazia. In Parlamento un paio di coraggiosi hanno alzato la voce per Puzzer e tra questi ricordiamo il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida e il Prof. Bagnai della Lega. Pochi altri pervenuti con molta timidezza e paura di mettersi contro stampa e sistema.

Il commento a caldo di Puzzer è stato riportato dall’Adnkronos: ”Ero in macchina e mi è arrivata una telefonata dall’avvocato che mi ha detto ‘ti hanno Tolto il Daspo. E’ stato riconosciuto che io non ho commesso nessuna mossa illegale. E’ una piccola vittoria di tutti, abbiamo recuperato un sassolino dei nostri diritti. Oggi è un granellino che bisogna mettersi in tasca per continuare a batterci per i nostri diritti”.

Adesso solo una domanda porremo ogni giorno alla politica. Chi ha voluto e firmato quel DASPO deve restare dove si trova a firmare altri provvedimenti illegittimi o deve andare a casa a occuparsi di altro? E perché noi cittadini dobbiamo pagare le spese processuali per un provvedimento che abbiamo sempre ritenuto ingiusto? C’è del bel materiale da portare in Parlamento.

Vi teniamo d’occhio e ricordate sempre che la gente come noi non molla MAI!!