UNA COALIZIONE DATA PER MORTA E’ STATA CAPACE DI ARRIVARE OVUNQUE AL BALLOTTAGGIO E IN QUALCHE CASO DI VINCERE AL PRIMO TURNO: SARA’ IL CASO DI PUNTARE TUTTO SUGLI AMMINISTRATORI LOCALI?

A cura di Giorgio La Porta – Per qualche ora stiamo sognando tutti di essere veronesi e andare a votare in una città dove il centrosinistra e i grillini non saranno presenti sulla scheda elettorale del ballottaggio. Un sogno che durerà pochi giorni. Così come ci piacerebbe essere ciociari e vedere il centrodestra sopra il 55% già al primo turno a Frosinone. Una coalizione che sembrava scomparsa e spesso in silenzio in un dibattito politico nazionale ormai concentrato sullo scontro tra Governo e grillini, oggi dimostra di esserci e rivendica il suo ruolo centrale di governo del territorio.

Iniziando da Genova, città storica della sinistra italiana dove il candidato di centrodestra conquista il primo posto con il 39% e lascia la sinistra 6 punti sotto e i grillini destinati a fare da spettatori al ballottaggio. Passando poi per Padova dove il centrodestra unito conquista il 40% e lascia il Pd dieci punti sotto; L’Aquila, città cara al centrodestra, dove un giovanissimo Pierluigi Biondi arriva al 35%.

Grillo sembra morto ovunque, ma attenzione a fare festa perché è tutto tranne che morto. Vi ricordate quando alle politiche con Berlusconi in campo il centrodestra stravinceva con cifre vicine al 50% ma poi nei comuni era quasi sempre una Caporetto? Il grillismo vive un fenomeno molto simile per non dire uguale. A parte il fatto che buona parte degli attuali grillini sono ex elettori di centrodestra che hanno cambiato partito ma non hanno cambiato atteggiamento nei confronti del voto amministrativo. Quando c’è in campo il leader e la competizione è ben sentita anche a livello mediatico, gli opinion leader possono tirar fuori le proprie armi, mentre se la competizione  è locale e poco sentita, allora valgono altri fattori come il radicamento territoriale e la politica mediatica può fare ben poco.

C’è poco da esultare sulla sconfitta grillina perché non è un sogno che si realizza ma una semplice dimostrazione del poco radicamento territoriale del movimento che ricorda molto la Forza Italia dei primi anni.

Un test che dimostra che c’è ancora un centrodestra in campo e che la vera forza di questa coalizione non sono gli scienziati in Parlamento ma i tanti amministratori locali che 365 giorni l’anno dimostrano le loro capacità nel risolvere i problemi concreti dei cittadini e ottengono un grande consenso. Anche per questo servirebbe una legge elettorale che desse la possibilità ai cittadini di premiare chi è più bravo e porta più voti al partito, rispetto ai listini bloccati fatti dai soliti personaggi da circo, capaci di dire sempre sì, applaudire e accarezzare Dudù.

Gli elettori stanno dando una occasione unica, forse irripetibile, forse per l’ultima volta dicono ai dirigenti romani di essere di centrodestra, di voler continuare ad essere di centrodestra ma di voler votare una nuova classe dirigente fatta di persone che abbiano già dimostrato di saper lavorare a contatto con i cittadini. Il popolo di centrodestra non vuole più gli alieni in Parlamento. Facciamo una legge elettorale per far raccogliere ai candidati sindaco di Verona, Frosinone, Padova e così via le proprie preferenze e vedrete come per votare loro milioni di ex elettori che sono andati altrove torneranno a votare per le liste di centrodestra. Poi se non vi interessa vincere ma solo avere una truppa parlamentare per inciuciare e difendere altri interessi è altra cosa. Non è politica ma è lobbing ma qualcuno se ne dovrà prendere le responsabilità di fronte alla prossima sconfitta che consegnerà al PD altri 5 anni di governo.