E se Renzi va a sinistra dove va a Alfano? La soluzione non è affatto facile perché l’8-10% di voto della dell’ala sinistra non è sostituibile con il 2-3% dei centristi. Sarebbe uno scenario irrealizzabile se alla quota centrista sì sommasse il 10-12% di forza Italia in nome di una coalizione sotto il partito popolare europeo, semplicemente perché Renzi appartiene alla famiglia socialista europea.
Pertanto il quadro si complica perché il Polo sovranista di Salvini e Meloni si aggira attorno al 20% ed è in costante crescita e nessuna coalizione di centro destra è possibile prescindendo da questo blocco elettorale. Dall’altro lato della barricata nessuna coalizione è pensabile senza i voti degli scissionisti e degli ex partiti di sinistra Ecologia e Libertà; ma allora che spazio c’è per Alfano? Oltretutto sarà disponibile Berlusconi a riportarselo in casa, come se nulla fosse, dovendosi assumere la corresponsabilità di questi quattro anni di governo insieme al PD?
Oltretutto sono disponibili i centristi di Parisi ad accogliere l’abbraccio mortale di chi ha condiviso quattro anni di fallimenti di un governo di sinistra e relativi disastri economici al servizio dell’Europa? Stesso vale per la componente di Fitto.
Ecco così nascere il terzo partito di Alfano 3 anni dopo la scissione del Pdl. Ogni anno un partito nuovo, 4 gruppi parlamentari diversi in 4 anni di legislatura. Ora nasce l’Alternativa Popolare, alternativi a cosa se per quattro anni si è stati compagni di banco della sinistra, della Cgil, della Cirinnà e di persone che non hanno realizzato un programma attento alle famiglie, alle piccole e medie imprese e vicino ai ceti produttivi e moderati. Così la gente di sinistra voterà a sinistra, la gente di centrosinistra voterà Renzi, quella di centrodestra voterà Berlusconi e se vorranno sostenere e un polo sovranista voteranno Meloni-Salvini.
Non c’è più spazio per il centro in una frammentazione che porta il centro sinistra a dover essere coalizzato con la sinistra e un centro destra coalizzato con una destra forte di un 20% che ogni giorno accresce il suo consenso e riesce a riempire le piazze e riaccendere l’entusiasmo di un elettorato stanco dei cambi di casacca e dei giochetti di Palazzo.
[poll id=”44″]