– A cura di Andrea Rapisarda – La parabola politica di Angelino Alfano vira sempre più a sinistra e tende ad allontanarsi da quelle sponde di centrodestra moderato dove l’attuale Ministro dell’Interno è politicamente nato: tutto ampliamente prevedibile, anche perché pur di stare seduto su una poltrona importante non si è fatto problemi a entrare sul carrozzone delle larghe intese creato da Matteo Renzi. Un governo bipolare ma con firma democristiana (si veda il passato di molte esponenti governativi), a cui manca solamente un tassello per definirsi al completo nella struttura politica e di sostegno all’attività governativa: l’appoggio e l’entrata nelle file “moderate” di Forza Italia.
I liberali per eccellenza in Italia sarebbero il pezzo mancante di un puzzle di marchio democristiano, dove gli accordi politici si potrebbero fare calcolando gli interessi personali dell’attuale leader forzista Silvio Berlusconi. Alfano senza vergogna si riavvicina al suo “padre politico”, nonostante la loro scissione ha ancora il sapore di un forte tradimento nelle file di molti moderati: il Nuovo Centrodestra non è mai stato un’alternativa credibile a Forza Italia, anzi si è dimostrato più volte una brutta copia creata appositamente da un personaggio che non poteva più guadagnarci da una vicinanza al Cavaliere. L’Agrigentino ha abbandonato la barca forzista mentre stava affondando per la perdita di potere e ora riprova la stessa tecnica con il governo Renzi, sempre più instabile e debole a ridosso di un referendum che si propone come una “prova del 9” per l’attuale Premier.
Serve rinforzare le file di sostegno all’attuale direzione renziana, specialmente dopo la brutta manifestazione per il “SI” di Piazza del Popolo: bisogna quindi cercare un alleato che si trovi allineato senza tanti problemi alle linee governative e che abbia numerosi interessi per entrare a far parte della giostra gestita dal Fiorentino… l’identikit perfetto è quello di Silvio Berlusconi. Al di là della precedente esperienza del criticatissimo Patto del Nazareno, il Cavaliere con l’attuale Premier ha numerosi interessi che può andare a guardare e quindi chiudere il cerchio per questa alleanza moderata.
Se tale convergenza si materializza, i risultati del referendum diventerebbero più imprevedibili: le forze del “SI” diventerebbero più forti con l’entrata sulla barca di Forza Italia, con buona pace dei costituzionalisti in seno al partito berlusconiano e costretti a cambiare linea in vista del 4 Dicembre. Andrebbe poi a ridisegnarsi l’attuale geografia del centrodestra, con i forzisti che virano al centro (o addirittura a sinistra se guardiamo Verdini) e un polo sorretto dalle forze di Fratelli d’Italia e Lega Nord – Noi Con Salvini: più che un’area moderata, si potrebbe tornare a parlare di Destra più radicale e uno sperato salto di qualità di questi due partiti.
Il ciclo politico di Alfano si ripete ai limiti della fantapolitica (ma certe riflessioni nascono dopo le sue ultime esternazioni esposte a Bruno Vespa), riproponendosi nella figura di saltimbanco per non morire politicamente: perduto il suo elettorato sui territori nazionali e sempre più in balia degli umori di Renzi, il Ministro dell’Interno strizza l’occhio a Forza Italia e prova a tornarci con la coda tra le gambe. Il suo progetto solista – NCD – è naufragato già alla nascita e come molti altri suoi ex dirigenti prova a tornare nella sua casa politica, non voltando completamente le spalle a Renzi – la poltrona non vuole lasciarla – e favorito da fattori extra politici non indifferenti: un’altra pagina di brutta politica italiana potrebbe essere scritta. POVERA ITALIA!
[poll id=”38″]