operazione-Strade-Sicure– di Simone Paris – In questi giorni, tristemente segnati dall’angoscia per gli attentati parigini e dal timore che possano essere replicati in Italia, è in discussione in Parlamento il decreto legge che proroga la partecipazione italiana alle missioni internazionali per l’ultimo trimestre di quest’anno.
Il decreto legge approda in aula in un clima assai particolare, in cui l’opinione pubblica e le forze politiche sono fortemente divise sul modo in cui l’Italia debba intervenire nella lotta al terrorismo internazionale.
Il provvedimento, approvato alla Camera dei Deputati con 319 voti favorevoli, 103 contrari e 12 astenuti, passerà ora all’esame del Senato.
L’approvazione del decreto legge, contenente, oltre al rifinanziamento delle missioni internazionali, altre norme per il contrasto al terrorismo, mette in mostra la ferrea volontà italiana di non fermarsi in questa guerra, neanche di fronte all’escalation di eventi che stanno sanguinosamente segnando l’Occidente.
Il provvedimento stanzia 301 milioni di euro per il rifinanziamento delle le missioni internazionali e 38,5 milioni di euro per la cooperazione dell’Italia con i Paesi in via di sviluppo.
La spesa più alta è prevista per la partecipazione di personale militare alle attività della coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh con l’impiego di 750 uomini, con l’aumento del contingente impiegato, essendo 525 soldati fino al 30 settembre. E’ prevista, inoltre, una componente aerea con compiti di ricognizione e rifornimento in volo, nonché 100 unità appartenenti all`Arma dei Carabinieri per le attività di addestramento e di assistenza per il controllo del territorio.
Una norma assai importante, contenuta all’interno del decreto legge, è rappresentata dall’estensione ai reparti militari impegnati “in situazioni di crisi o di emergenza all’estero” delle stesse garanzie legali previste per gli operatori dell’intelligence. Questa norma, inserita dopo i tragici fatti parigini, rappresenta sicuramente un rafforzamento dei poteri dei militari italiani per la propria salvaguardia personale, ma soprattutto per un miglior contrasto al terrorismo internazionale, in virtù di una maggiore libertà operativa in nome della sicurezza nazionale e per la protezione dei cittadini italiani all’estero.
Queste norme di carattere internazionale si vanno ad inserire nel contesto delle misure previste per la difesa e la sicurezza sul territorio nazionale.
Il Governo italiano sta svolgendo un buon lavoro di prevenzione di qualsiasi atto terroristico con un dispiegamento quasi capillare sul territorio italiano delle forze di sicurezza, con presidi permanenti a difesa degli obiettivi più sensibili, preceduto a monte da un grandissimo lavoro di intelligence.
Il livello di allerta è massimo e il Ministro dell’Interno Angelino Alfano ci sta mettendo direttamente la faccia in questa vicenda, rispondendo con i fatti alle critiche che gli provengono da ogni dove e documentando con numeri le azioni di contrasto al terrorismo internazionale che porta avanti non da venerdì, giorno degli attentati parigini, ma fin dal giorno del suo insediamento.
Secondo fonti del Ministero dell’Interno e direttamente citate da Alfano in varie trasmissioni televisive, nell’ambito del contrasto al terrorismo internazionale, sono state 55 le persone sospettate e direttamente imbarcate su un aereo per tornare nel loro paese di origine, così come spiccano le 147 persone arrestate o le 259 respinte alla frontiera oppure le 540 perquisizioni nelle abitazioni di presunti terroristi per un numero totale dei controlli stimato in circa 60000.
Il Governo sta giocando bene la sua partita contro l’ISIS e tutta Italia deve sperare che possa uscirne fiero vincitore. La vittoria consiste unicamente nel fatto che l’Italia non sia vittima di alcun attentato e non debba pagare con il sangue dei suoi cittadini.