– A cura di Giovanni Russo – A sedici anni dalla ricorrenza della morte in esilio, di Bettino Craxi, ormai l’ammettono tutti: l’eliminazione politica, e alla fine anche fisica di Craxi fu un vero disastro, una sciagura per l’Italia e l’Europa.
I settori della sinistra DC “demitiana” e il PCI “berlingueriano”, in gran parte ancora stalinista, non avevano più capacità progettuale, più carica ideale, non avevano più finanziamenti facili a disposizione: dopo il crollo dell’URSS e l’inchiesta “Mani Pulite “, il sistema dei partiti entrò nella sua crisi più profonda. Era il 1992 e dietro il banco dell’accusa c’era il pool di magistrati della Procura di Milano, capitanati da Di Pietro, dietro quello degli imputati, il “sistema Italia”; di fatto però se da una parte il PCI fu l’unico partito ad uscirne indenne, o quasi, dall’altra a pagare, in quel caso per tutti, fu proprio Bettino Craxi. La Storia, più volte mistificata e mai fino in fondo onesta e leale, sia pur per verità di cronaca, non gli ha neanche riconosciuto quello che oggi può essere definito , come una della più belle pagine della storia nazionale di Patria Italia: “La notte di Sigonella”. Era l’ottobre del 1985, quando l’allora presidente del consiglio Bettino Craxi impedì agli Stati Uniti di arrestare i terroristi palestinesi che avevano sequestrato la nave Achille Lauro uccidendo uno dei passeggeri; in quell’occasione non fu difesa soltanto la sovranità nazionale, ma anche il ruolo di mediazione nelle crisi meridionali che l’Italia allora aveva. Oggi dai documenti di Stato americani, è evidente come l’amministrazione Reagan, alla fine della vicenda, dia un giudizio positivo dell’operato del Governo Craxi, rendendosi conto che non avrebbe potuto agire senza consultare il suo alleato. Secondo il diritto internazionale infatti, la giurisdizione in merito all’assassinio del cittadino americano Leon Klinghoffer avvenuto sulla nave italiana in acque internazionali è del Paese cui appartiene l’imbarcazione. Bettino sostenne che l’italia doveva giudicare e condannare l’assassino in quanto Stato sovrano. Si tratta di una storia di coraggio, perché Craxi con il suo diniego, dimostrò forse per la prima volta, che si poteva essere alleati degli Stati Uniti e al contempo essere una nazione con tutti i suoi diritti e non suddita. Fu, inoltre, un evento di difesa della sovranità nazionale e di lungimiranza politica: quel Governo sostenne fino all’ultimo, il ruolo attivo che l’Italia aveva nel processo di pace all’interno del mediterraneo, quello di Craxi fu un governo considerato perno di tutta la politica mediorientale, riferimento per l’intero mondo arabo. Forse, se a quella stessa politica internazionale fosse stata data negli ultimi 20 anni di governo, tra sinistra e centrodestra, la stessa energia ed umanità, il Mediterraneo sarebbe oggi, un’area di pace, di scambi economici e politici, di incontri fra culture diverse, dove l’Italia avrebbe lo stesso ruolo di mediazione nelle crisi mediorientali, vedi il caso dei due Marò, e forse ci saremmo risparmiati tanti spargimenti di sangue cui assistiamo oggi nei flussi migratori. A 20 dalla sua morte politica e dopo 16 da quella fisica, cosa resta, oggi, di Bettino Craxi? Rimane, forse, molto più di quanto noi tutti e i nostri governi e governanti che fino ad oggi si sono succeduti possiamo immaginare ; rimane molto, perché è stato un visionario nel prevedere trent’anni fa molte delle cose che noi oggi viviamo: avvertiva la necessità, ad esempio, di un cambiamento delle regole in Europa, altrimenti, diceva, nella migliore delle ipotesi si sarebbe rivelata un limbo, l’Unione Europea, per il nostro Paese: abbiamo conosciuto l’inferno. Ammoniva dall’incombere della finanza internazionale una volta spazzato via il primato della politica attraverso la sospensione della democrazia: Monti, Letta, Renzi. Predicava lo sviluppo dei Paesi del terzo mondo, che altrimenti si sarebbero rivelati fonti di guerra e criticità, e infine la necessità di una grande riforma che consentisse all’Italia di affrontare il terzo millennio.
Piaccia o no, con la “Notte di Sigonella”, e con la sua travagliata ma affascinante storia, Craxi ci ha lasciato uno dei rari momenti di orgoglio nazionale, di forse ultima manifestazione di sovranità nazionale che negli ultimi 20 anni, è ben difficile ritrovare. Considerato da molti, per questi motivi, un personaggio scomodo, che andava eliminato.
Noi lo ricordiamo con le sue parole:
“ Abbiamo agito secondo la nostra coscienza, la nostra politica e secondo le nostre leggi. Questi i fatti, la verità dei fatti”.
Bettino Craxi