Per anni Lula ha protetto il terrorista rosso: ora con la svolta a destra di Bolsonaro arriva l’estradizione.
A cura di Giorgio La Porta – La pacchia è finita anche in Brasile per il terrorista rosso Cesare Battisti che qualche tempo fa veniva ritratto con un bicchiere di vino pieno di spocchia per una condanna all’ergastolo che non avrebbe mai pagato per merito di una tutela che il presidente Socialista del Brasile Lula gli aveva garantito.
Battisti non aveva però previsto che alle successive presidenziali avrebbe vinto un pericoloso fascista, razzista, sovranista, di nome Bolsonaro che aveva promesso all’Italia l’immediata estradizione del protagonista rosso degli anni di piombo. Il Partito Democratico italiano insieme a tutto il resto della sinistra, invece di apprezzare questa presa di posizione di un candidato che avrebbe restituito all’Italia una persona che deve scontare una pena stabilita da un tribunale, ha apertamente sostenuto la campagna elettorale del suo avversario che altresì gli avrebbe garantito tanti altri anni di libertà.
È grave, Anzi gravissimo, che di fronte a dei fatti di sangue che sono una ferita nella storia dell’Italia intera, un partito che si definisca guardiano assoluto della Costituzione e tutore supremo della Cultura possa schierarsi dalla parte di chi garantisce ad un terrorista un biglietto vincente da ‘Turista per sempre’.
Eppure sono gli stessi che hanno fatto un processo sommario nel solito tribunale del popolo buonista di sinistra al candidato Bolsonaro, definendolo un pericoloso fascista degno delle esperienze autoritarie militari sudamericane. Eppure grazie a Bolsonaro in appena 13 giorni di mandato la musica è cambiata e la pacchia è finita e il terrorista rosso verrà rispedito in Italia.
Con buona pace dei democratici italiani e dei loro amici rossi che gli avrebbero garantito ‘una vita in vacanza’. Qui sorge la domanda: quale sarebbe stato il destino di questo terrorista se in Italia avesse vinto il PD e in Brasile il successore di Lula? La risposta fa venire i brividi.
Sempre dalla parte sbagliata. Ci vediamo il 26 maggio.