Giornata mondiale del rifugiato. Facciamo un po’ di chiarezza tra rifugiati, clandestini, richiedenti asilo e così via per evitare i calderoni e spot pro immigrazione senza limiti.
A cura di Giorgio La Porta – Immaginiamo un negozio di scarpe, regolare con la licenza. Fuori da questo negozio arriva un signore che apre un tappeto e ci mette sopra 20 paia di scarpe da vendere. Adesso i venditori di scarpe sulla stessa strada sono due ma uno ha un reale diritto di vendita mentre l’altro è abusivo. Probabilmente entrambi morirebbero di fame senza vendere scarpe, ma mentre uno può venderle, l’altro assolutamente no ed anzi con la sua attività danneggia il commercio dell’altro.
E’ ciò che avviene con il fenomeno dell’immigrazione dove ci sono i rifugiati che hanno diritto di essere ospitati in base alla Convenzione di Ginevra perché scappano fisicamente da una guerra e i clandestini che sono il 95% degli immigrati che entrano in Italia ogni anno.
Il problema vero è che per analizzare tutte le varie domande di un 95% di gente che non ha alcun diritto di stare sul suolo italiano, si rallentano le procedure per il riconoscimento dei diritti reali dei rifugiati e spesso vengono fatti vivere in condizioni disumane, violando le leggi stesse. Mentre non ci potranno mai essere porti chiusi per i rifugiati, è doveroso controllare l’immigrazione ed espellere dal suolo italiano chi non ha alcun diritto e crea problemi a chi scappa da una guerra e ha diritto ad essere ospitato.
I dati del Ministero dell’Interno sono chiari. Su 91 mila domande di asilo politico presentate nel 2017 il 60% è stato respinto e pertanto 35 mila persone hanno visto accolta la propria domanda. Sono nulla se confrontati ai 180 mila clandestini arrivati con gli sbarchi in Italia nel 2016 sempre secondo i dati del Ministero.
Oggi è la giornata mondiale del rifugiato e sarebbe di buon gusto far capire le differenze tra un rifugiato e un clandestino, così come tra chi vende le scarpe con una regolare licenze e chi fa l’abusivo.