Il leader del centrodestra Matteo Salvini è pronto a salire al Quirinale per chiedere un preincarico per formare un Governo da presentare in Parlamento su alcuni punti programmatici forti.
Due mesi fa gli italiani votavano per avere il nuovo Governo e finalmente sembra essere arrivati ad un punto di svolta. Lunedì il centrodestra chiederà ufficialmente al Presidente Mattarella in qualità di forza di maggioranza relativa alle camere di avere un preincarico per formare un Governo, sapendo bene che senza i voti del centrodestra nessun governo è possibile in questa legislatura.
GOVERNO DI CENTRODESTRA O LEGISLATURA FINITA
Potrebbe essere questa la deduzione che sta facendo la classe dirigente del centrodestra dopo le molteplici consultazioni al Quirinale. Rispetto alle prime consultazioni c’è la grande novità che il Partito Democratico di Renzi ha sbattuto in faccia la porta a Di Maio facendo tramontare così ogni possibile aspirazione del giovane leader pentastellato.
I DUE FATTORI CHE FAVORISCONO SALVINI
Ci sono due mosse che favorirebbero molto il balzo in avanti di Salvini: la prima è che per dirla con le parole di Vittorio Feltri: ‘è più facile uccidere un elefante a sberle, piuttosto che far dimettere un deputato appena eletto’ che si tradurrebbe in politichese stretto nella voglia di molti parlamentari di non riaffrontare il pericolo delle elezioni anticipate. Questi si dividono in due gruppi: il primo è quello delle persone che sicuramente non verranno rielette (tipo i dissidenti che dovevano essere espulsi dai vari gruppi), i centristi che sono sempre filo governativi a prescindere dal colore dell’Esecutivo e tutte le persone che potrebbero formare un vero e proprio gruppo di responsabili esterno fisicamente al centrodestra ma che potrebbe aspirare a dei ruoli di responsabilità nella squadra di governo stesso. Per non parlare poi di quei deputati eletti in gruppi che in un mese sono già spariti e che se ne vedono bene di affrontare le urne.
Non serve però la fiducia al Governo, ci si può accontentare di non essere sfiduciati, come è avvenuto nella prima Repubblica con i governi della non sfiducia. Al momento della mozione di fiducia, questi deputati escono dall’aula e il Governo non viene mandato sotto coi numeri: certo è una situazione precaria, ma forse è meglio dello stallo.
L’IMPORTANTE PER SALVINI E’ ARRIVARE IN AULA DA PREMIER
Se sarà il leader del centrodestra a dare le carte sarà lui a dettare i temi dell’agenda politica e se sarà astuto potrà rilanciare su tre tematiche molto sentite dal popolo italiano; a quel punto tutte le forze politiche che votino contro alla fiducia si prenderebbero la responsabilità nella campagna elettorale che avverrebbe il mese dopo, di dover rispondere ai propri elettori di quel no. Se Salvini si presentasse in aula con un reddito di cittadinanza in versione light e l’abolizione parziale della Fornero, per il Movimento 5 stelle sarebbe un suicidio collettivo votare contrariamente a quei provvedimenti.
La partita che sembrava volgere al termine è appena riniziata. Appuntamento a lunedì al Quirinale.