Salvini cresce di 5 punti nella settimana post voto vampirizzando gli alleati, Di Maio fa crescere di quasi due punti il M5S, cala il Pd. Boldrini e Grasso fuori dall’aula.
A cura di Giorgio La Porta – Nei migliori manuali di indagini statistiche si chiamerebbe ‘effetto T’, ovvero il trascinamento del post voto che fa schierare gli elettori con quei soggetti che vengono percepiti come vincitori. E’ ciò che avviene in un sondaggio realizzato da SWG.
Nella tornata elettorale del 4 marzo, senza alcun dubbio, i protagonisti sono Matteo Salvini della Lega e Luigi di Maio del Movimento 5 Stelle. Gli elettori se avessero in mano una scheda, ad una settimana dal voto ufficiale, premierebbero questi due leader, ma nel caso del centrodestra il totale della coalizione non crescerebbe e sarebbe un semplice riassestamento interno delle forze della coalizione a favore di Salvini.
Cosa avviene nel centrodestra.
5 punti non sono affatto pochi, soprattutto se vengono tolti agli alleati. Nello specifico Forza Italia perderebbe 3,5 punti in una settimana a favore di Salvini scendendo al 10,5. Situazione drammatica per Giorgia Meloni che se dovesse scendere al 3,1% rischierebbe di non ottenere il quorum per entrare in Parlamento. La quarta gamba perderebbe un ulteriore 0,3% e con l’1% rischierebbe di far addirittura perdere i voti ottenuti e dunque è da ritenersi chiusa qui ogni tipo di avventura.
Il boom di Salvini e le possibili conseguenze.
La Lega di Salvini passerebbe dal 17,4 al 22,3 e diventerebbe il partito che rappresenterebbe più della metà del centrodestra italiano. Una situazione simile si verificò nel 2008 e le forti contrazioni interne ai partiti insieme alla paura di alcuni di essere sorpassati a destra da Berlusconi, portarono ad una fusione a freddo che fece nascere il Popolo della Libertà. Cosa avverrebbe se quel cartello blu con scritto Salvini Premier diventasse un logo di partito e Salvini decidesse di correre da solo?
Non un partito, una lega del nord, del sud o del centro, ma qualcosa di nuovo, una semplice aggregazione attorno ad un leader con la forma di un movimento sarebbe qualcosa di assolutamente interessante sotto ogni punto di vista e potrebbe rappresentare quella novità nel centrodestra che potrebbe attrarre un notevole numero di consensi.
Il dramma a sinistra non è finito.
Gli elettori del centrosinistra o stanno a casa o si spostano verso il Movimento 5 stelle per ragioni puramente ideologiche. Ed ecco così che il PD nonostante il cambio di leader perderebbe in una settimana quasi due punti in percentuale. Dramma nel partito di Grasso e Boldrini, Liberi e Uguali che resterebbe fuori dal Parlamento con un magrissimo 2,8%, una variazione del 0,6 in una settimana non è affatto poco per un partito che ha ottenuto il quorum per il rotto della cuffia. Chissà se questo allarme nei sondaggi possa portare tutto il centrosinistra ad una desistenza come ai tempi di Prodi e Bertinotti se non addirittura ad una alleanza attorno ad una figura come Zingaretti nel Lazio.
Movimento 5 stelle in continua crescita.
Il Movimento guidato da Di Maio non arresta la crescita e guadagnerebbe l’1,8% arrivando al 34,5%, ben 10 punti in più se pensiamo alle politiche di 5 anni fa. La distanza con il centrodestra sarebbe ora di soli 3 punti di distanza, ma cosa avverrebbe in una campagna elettorale se gli elettori di sinistra invece di votare per partiti sconfitti che rischiano di non entrare in parlamento votassero per un movimento non ideologizzato che può frenare la Lega e che su immigrazione ha una sensibilità vicina alla sinistra italiana?
A chi gioverebbero elezioni anticipate?
E’ vero che stiamo parlando di un semplice sondaggio, ma numeri alla mano i due soggetti che hanno oggi la responsabilità di prendersi la patata bollente di formare un Governo senza maggioranza e farsi così impallinare avrebbero tutto l’interesse ad approvare una legge elettorale con premio di maggioranza al primo partito (ad esempio di un 10% di seggi che non sarebbe affatto incostituzionale) e tornare al voto al più presto per tramutare in voti reali quel trend che c’è nel Paese. Solo a quel punto avrebbero vinto entrambi. In caso di opposizione il Movimento 5 stelle potrebbe strutturare ancor meglio il movimento nel centro nord dove è praticamente inesistente. In caso di opposizione Salvini avrebbe la responsabilità di ripulire e rifondare il centrodestra.
Sempre che soli 5 anni siano sufficienti…