nato-wargames – di Alessio Marsili – Qualche giorno fa ha preso il via dall’aeroporto di Trapani Birgi, sede del 37° Stormo dell’Aeronautica Militare, l’esercitazione NATO “Trident Juncture 2015”, la più importante dai tempi della guerra fredda.

Alla luce dell’unilaterale offensiva militare e strategica della Federazione Russa in Siria, la secolare contrapposizione fra Occidente e Russia – una Russia neo-zarista, oserei – si è acuita; un contesto geopolitico già teso e drammatico a causa della crisi ucraina, per la quale la NATO si è spesa molto. Implementazione di un numero sempre maggiori di truppe, instaurazione di nuovi quartier generali ed esercitazioni dalle dimensioni contenute nei paesi dell’Est dell’Alleanza Atlantica hanno caratterizzato le inquiete relazioni fra l’ Organizzazione e Mosca. Non è difficile, dunque, inquadrare tale esercitazione.

Trentaseimila militari, sessanta navi, oltre centoquaranta aerei saranno dispiegati fra Italia, Spagna e Portogallo fino al 6 novembre; 3 intense settimane di addestramento strumentali a collaudare le capacità operative dell’Alleanza. La leadership dell’esercitazione sarà assunta alternativamente da Germania, Italia, Francia, Regno Unito, Polonia e Spagna. Il nostro paese metterà a disposizione circa 3500 soldati, provenienti da Brigata Folgore e Sassari, Reggimento Lagunari; l’Aeronautica Militare – definita “Componente essenziale dell’Alleanza dal Vice Segretario generale della NATO- schiererà 10 Eurofighter Typhoon, 7 tornado, elicotteri ed altri velivoli. Complessivamente, i paesi che prenderanno parte formalmente all’esercitazione saranno 37 (28 dell’alleanza e 9 “Partner nations”), con oltre 18 delegazioni di paesi osservatori tra i quali Brasile, Colombia, Messico e Russia stessa.

Alla cerimonia di apertura di “Trident Juncture 2015” tenutasi a Trapani, presenti oltre alle rituali delegazioni militari, anche il sottosegretario alla difesa Gioacchino Alfano ed il vice-segretario generale dell’Alleanza, il Deputy Secretary General, già ambasciatore statunitense in sede NATO dal 1998 al 2001, Alexander Vershbow; proprio quest’ultimo ha affermato che l’esercitazione “è di vitale importanza per la sicurezza collettiva e con tale addestramento dimostreremo che la Nato è pronta ed in grado di difendersi da qualsiasi minaccia. Vershbow ha tenuto a specificare, inoltre, che Trident Juncture “non è un’esercitazione che ha per avversario la Russia”; paradossale se si riflette sul senso e sulla strutturazione stessa del dispiegamento, inerente un intervento della NATO in soccorso di un paese invaso e di un altro minacciato da uno stato “aggressore”.

Presente alla cerimonia, il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana, Generale Pasquale Preziosa, si è espresso dicendo che tale esercitazione è “importante per oliare i meccanismi di comando di una grande e vasta organizzazione come è quella della NATO”. Verrà testata, per la prima volta, su vasta scala la NRF (NATO Response Force), forza in grado di essere dispiegata in meno di 48 ore e capace di contrastare anche le moderne tecniche e strategie di guerra (pensiamo alle truppe irregolari). Fra l’Alleanza Atlantica e la Federazione Russa spirano nuovi venti di guerra fredda.