Sono trascorsi due anni da quando con un semplice click abbiamo messo in rete un sogno.
Uno spazio che certamente mancava nello scenario politico italiano. Siamo nell’Italia che vede la parola ‘cultura’ come sinonimo di sinistra e dove ‘blogger’ è sinonimo di ragazzo culturoide di sinistra. Abbiamo voluto rompere un muro lanciando un’idea social con un blog che aveva un nome così brutto da poter piacere solo alle persone di centrodestra. Non volevamo essere letti da tutti ma volevamo essere eletti dai tanti elettori di centro destra che non riuscivano a vedere la luce in fondo al tunnel dopo l’esperienza del Nazareno di Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Ecco così che in tre mesi d’estate tra i tavolini bar di Roma e i corridoi della facoltà di Scienze Politiche di Roma tre decidiamo di mettere su una piccola squadra pronta a portare avanti l’idea di un blog che potesse raccontare le nostre idee e diffonderle in rete.
Una pura follia che inevitabilmente si sarebbe scontrata contro i titani dell’informazione che secondo alcuni ci avrebbero schiacciati in pochi giorni, o addirittura in poche ore sentendo qualche pessimista.
Il dato che ci conforta di più è scoprire che l’80% dei siti Internet chiude o fallisce entro un anno; quando addirittura si parla di blog è il 95% a fallire e chiudere un anno.
Noi siamo qui con un due chi è il numero della nostra forza. Non abbiamo sconfitto i grandi canali mediatici ma non era quello il nostro scopo. Volevamo creare un punto di riferimento editoriale per la rete e l’abbiamo fatto. Abbiamo messo la faccia il nomi e i cognomi su una pagina chiamata centro destra sapendo che questo avrebbe comportato l’automatica esclusione dai migliori circoli e salotti della stampa italiana. Lo abbiamo fatto credendo in quel centrodestra che oggi torna a vincere grazie ad una importante immissione di energia giovanile e di svecchiamento della classe politica italiana. Eppure quando solo sui social, ogni giorno, 45.000 persone ricevono i nostri articoli quotidiani vuol dire qualcosa.
Se anche il grande motore di ricerca Google alla voce centro destra mette come secondo risultato dopo Wikipedia il nostro blog, significa qualcosa. Quando politici emergenti piuttosto che probabilmente futuri ministri ci chiamano per lanciare qualche iniziativa vuol dire che siamo riusciti a riempire uno spazio vuoto che prodotti editoriali pagati con il ricchissimo finanziamento pubblico all’editoria non sono riusciti a riempire. Tutto questo mantenendo l’unico principio che ci siamo posti quel 23 settembre di due anni fa: non avere qualcuno che in cambio di uno stipendio ci dica cosa dire e cosa non dire e senza costare un solo centesimo agli italiani.
Siamo liberi, restiamo liberi e consentiteci, in questo giorno di festa, di dedicare un brindisi a tutti quei ragazzi e ragazze che in questi due anni non hanno avuto paura ma sono stati orgogliosi di mettere la propria firma su un sito Internet chiamato centro destra.
Siamo orgogliosi di voi e siamo come sempre orgogliosi di essere di centro destra.